Il 25 luglio a Roma è convocato il Tavolo tecnico che monitora il piano di rientro dal debito della sanità molisana. Chi andrà alla riunione per la struttura commissariale?
Ieri, una nuova seduta del Consiglio dei ministri. Ma la questione della successione a Paolo Frattura – ex presidente che oggi non siede più a Palazzo D’Aimmo ma che formalmente è ancora commissario – non è stata risolta.
La ministra della Salute Giulia Grillo nei giorni scorsi si è espressa contro la doppia carica ‘presidente-commissario’. Ha parlato di competenze e managerialità e del fatto che un presidente di Regione che fa pure il commissario ha un piano di lavoro quanto meno ambizioso. I 5 Stelle sono del parere che la politica debba essere quanto più lontana possibile dalla gestione della sanità. Non la pensano così i leghisti, che però nel bagaglio di governo nelle Regioni non hanno esperienze i commissariamento. Anzi, la Lega era implacabile fino a qualche anno fa con le ‘Regioni canaglia’ del Sud che accumulavano debiti su debiti.
Ormai è chiaro: nell’esecutivo Conte ci sono orientamenti diversi sulla nomina del commissario della sanità in Molise. La legge nazionale, dopo un emendamento presentato dal Pd e ribattezzato ‘pro De Luca’, non prevede più l’incompatibilità introdotta originariamente dal nuovo Patto per la salute fra la carica di governatore e l’incarico di commissario ad acta. Ma in Calabria, ad esempio, c’è un commissario inviato da Roma. E i rapporti col presidente Oliverio sono burrascosi.
Secondo Donato Toma, che lo ha ribadito ieri a Teleregione, in base all’interpretazione prevalente della norma il commissario è il governatore. Alla ministra Grillo aveva replicato mettendo sul tavolo le sue competenze e anche una situazione della sanità assai meno disastrosa rispetto a qualche anno fa. Per cui, inviare un tecnico «sarebbe una punizione per il Molise e i molisani». L’ipotesi, però, circola e resiste, aiutata anche dal tempo che passa inesorabilmente e inutilmente. I nomi di cui si parla negli ambienti capitolini sono quelli dell’ex manager Asrem Carmine Ruta e dell’attuale dg dell’Agenas Francesco Bevere.
Che sia il presidente Toma o un esterno, la nomina del commissario è diventata un rebus difficile da risolvere evidentemente. Dalle elezioni regionali sono passati ormai tre mesi. Tre mesi dopo il voto, al Tavolo tecnico chi andrà?
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