Quale futuro per l’ambulatorio pediatrico attivato nel fine settimana al ‘Veneziale’ di Isernia? Se lo chiedono in questi giorni le mamme dei piccoli che dalla fine del mese di maggio possono contare ogni nei giorni festivi e prefestivi sul servizio, frutto di uno sforzo congiunto tra Regione Molise, Asrem e Federazione Italiana Medici Pediatri Molise. Il progetto è giunto al termine dei sei mesi previsti e, quindi, in mancanza di proroghe dal prossimo week-end i pediatri non potranno più garantire assistenza. «Sappiamo – hanno riferito alcune mamme – che si tratta di una sperimentazione giunta al termine, ma è davvero un peccato dover rinunciare a un servizio molto utile e giudicato in maniera positiva dall’utenza. Speriamo davvero che possa essere concessa una proroga o che si trovi un modo alternativo per poter continuare a fornire il servizio». Il potenziamento dell’ambulatorio pediatrico ha riguardato anche gli ospedali di Campobasso e Termoli e quindi sono davvero tante le famiglie molisane che rischiano di dover rinunciare al servizio.
L’obiettivo alla base del progetto era quello di ridurre i ricoveri ospedalieri impropri, limitare l’uso incongruo del Pronto Soccorso per situazioni di codici bianchi e verdi. Una soluzione che si è rivelata efficace secondo gli utenti. Ma che purtroppo sembra destinata a finire. La direzione generale della Salute, che ha fortemente voluto la convenzione partita in via sperimentale a maggio scorso, e il presidente della Regione hanno valutato in queste settimane le possibili soluzioni per prorogarla. L’intenzione della direttrice Mina Gallo e del governatore Donato Toma era quella di far proseguire un servizio che ha dimostrato tutta la sua utilità. Ma la mancanza del commissario della sanità in questo caso sembrerebbe insuperabile. È il presidente a spiegare a Primo Piano, infatti, che «in questo caso si tratta di un atto che non è di competenza della giunta, ma esclusivamente del commissario. Comporta anche un impegno di spesa aggiuntivo. Davvero stavolta abbiamo le mani legate. Quello che abbiamo potuto fare in questi mesi lo abbiamo fatto, nonostante tutto. Adesso rischieremmo di firmare un provvedimento per il quale non solo non siamo competenti ma che potrebbe essere sconfessato dal commissario».

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