La Corte di Cassazione di Parigi ha detto definitivamente no all’estradizione di dieci ex terroristi rossi italiani che da anni si sono rifugiati in Francia. La richiesta di estradizione era stata avanzata dal governo italiano e appoggiata da quello francese.
Arrestati nel 2021 nell’ambito dell’operazione “Ombre rosse” e poi rilasciati, i dieci ex terroristi – fra cui due molisani – non torneranno in Italia. In particolare, la Corte di Cassazione francese ha respinto il ricorso presentato dal procuratore generale Rémy Heitz, che in rappresentanza del governo si era opposto al no all’estradizione già pronunciato il 29 giugno 2022 dalla Chambre de l’Instruction della Corte di Appello.
I due molisani che restano in Francia sono Enzo Calvitti e Maurizio Di Marzio, entrambi hanno fatto parte delle Brigate Rosse. Il primo, 68 anni e originario di Mafalda, è stato condannato a 18 anni e 7 mesi di prigione per associazione sovversiva, banda armata, associazione con finalità di terrorismo e altri reati. Di Marzio, 62 anni di Trivento, dovrebbe espiare una pena (ormai prescritta, a meno di atti interruttivi sui quali sono in corso dispute legali) di cinque anni e nove mesi. A Parigi gestisce un ristorante, la Taverna Baraonda, molto frequentato da turisti molisani e in particolare di Trivento che conoscono la famiglia di Di Marzio.
Il nome più noto dell’elenco è anche l’unico che non ha mai fatto parte di una banda armata. Si tratta di Giorgio Pietrostefani, dirigente di Lotta continua che ha sempre agito alla luce del sole tranne quando, secondo la sentenza di condanna, partecipò alla pianificazione dell’omicidio del commissario di polizia Luigi Calabresi, assassinato a Milano il 17 maggio 1972. Pietrostefani, che compirà ottant’anni a novembre, andò in Francia alla vigilia dell’ultimo verdetto mentre gli altri due condannati (Adriano Sofri e Ovidio Bompressi, che come lui si sono sempre proclamati innocenti) decisero di rientrare in carcere per scontare la pena.

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