Settemila e 800 candidati per 30 posti all’Asl di Chieti. Al contrario dei concorsi per i medici, quelli per gli infermieri hanno ancora i numeri degli anni ’80 del secolo scorso.
Ieri a Pesaro, fra i 7.823 concorrenti (o perlomeno fra quelli che si sono presentati alle prove scaglionate al mattino e al pomeriggio) pare che i molisani fossero tanti. Almeno un paio di pullman di quelli parcheggiati nei pressi della Vitfrigo Arena provenivano dal Molise: da Bojano e Campobasso Isernia. Forse di più.
Anche per loro la raccomandazione del presidente della commissione Scialò e del manager dell’Asl Schael: tenere conto dei tempi di percorrenza per arrivare in orario visto che si rischia di rimanere imbottigliati sull’A14 a causa dei restringimenti su otto viadotti oggetto di sequestri delle barriere.
Decine comunque i molisani a Pesaro, giovani soprattutto, che nella loro regione non hanno ancora la possibilità di partecipare a concorsi veri e propri. Entro il 2020, infatti, dovrebbe concludersi la stabilizzazione di tutti (o quasi) gli infermieri precari dell’Asrem. Solo col prossimo piano assunzionale, che sarà approvato dal prossimo dg e in base al nuovo programma operativo della struttura commissariale che però ancora non è stato adottato, al fabbisogno di infermieri si farà fronte con le selezioni ordinarie.
Le procedure di assunzione avviate nel 2017 dopo dieci anni di blocco del turnover prevedevano infatti la copertura dei vuoti in organico in parte con la mobilità interregionale (il 50% dei primi 280 posti messi a bando) e in parte con la stabilizzazione, la cui prima fase è consistita anche in prove da superare mentre la seconda – avviata con determina dell’ex dg Sosto a fine agosto – seguirà l’iter dell’articolo 20 della Madia: sarà assunto chi ha i requisiti previsti dalla norma per la stabilizzazione. I posti da coprire sono 90, mentre sono 97 gli stabilizzabili. Due le strade, alternative, fra cui l’azienda può scegliere: formulare i criteri per stilare la graduatoria e assumere fino al 90° oppure modificare il piano assunzionale 2018-2020 ampliando di poco il fabbisogno.
E così nelle corsie dei nostri ospedali gli infermieri continuano non senza difficoltà a far fronte ai turni. Respirano un po’ di più perché attraverso la mobilità sono effettivamente entrati in servizio altri loro colleghi di ritorno da fuori regione (mentre gli stabilizzati erano già tutti in organico di fatto), ma considerando che più di qualcuno era già in Molise in comando la differenza non è così sostanziale, non come quando si dice ‘il giorno e la notte’ insomma.
Nel frattempo, paradosso tipico delle Regioni ancora commissariate o in piano di rientro, i giovani infermieri molisani sono costretti a viaggi, anche questi della speranza, per partecipare a concorsi magari affollatissimi che in Molise sono ancora di là da venire.
ppm

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