Non è arrivata l’onda d’urto che si temeva. Salgono a 14, dai sette di giovedì, i contagi da coronavirus in Molise (a cui vanno aggiunti i due molisani in cura a Roma). Casi raddoppiati ma ancora gestibili. E tutti localizzati per ora nel basso Molise.
Ieri mattina il primo responso: cinque nuovi contagiati, due operatori sanitari in servizio al San Timoteo (una dottoressa del 118 in turno pure al Pronto soccorso) e tre persone della zona di Termoli. Quattro legati al cluster della gita in Trentino, l’altro a cluster di fuori regione. Ieri sera l’ulteriore aggiornamento: altri due i positivi. Tra i positivi c’è un dipendente del Comune di Larino e un altro infermiere di sala operatoria. Il primo, che ha lo stesso incarico, ad essere refertato è il marito dell’anestesista, positiva pure lei (e la figlia dei due). La coppia di sanitari, tornata dalla settimana bianca, è rientrata al lavoro lunedì ed è stata sottoposta a test mercoledì, dopo che era risultato positivo un loro collega che invece era rimasto a casa in quei giorni perché già accusava sintomi. Così il San Timoteo è diventato una ‘bomba’ pronta ad esplodere. Da giovedì l’Asrem ha lavorato con i suoi operatori per ricostruire contatti – dei contagiati con l’ospedale e degli altri della comitiva – ed effettuare i tamponi.
Dei 14 molisani affetti da coronavirus, quindi, sei sono operatori sanitari. Cinque sono in ospedale a Campobasso: tre in Malattie infettive e due in Terapia intensiva. Sono peggiorate, infatti, ieri anche le condizioni della paziente 1, la 61enne di Montenero di Bisaccia che è stata trasferita in Rianimazione dove si trovava già il medico – anche lui 61enne – di Termoli. Gli altri sono assistiti al domicilio. In totale le persone in quarantena sono 150 e quelle in sorveglianza 144.
Intanto, ieri sera sono trapelate le prime indicazioni sul nuovo decreto per l’emergenza coronavirus.
Piano straordinario per reclutare personale. In arrivo circa 20mila assunzioni: 4.800 medici, 10mila infermieri e oltre 5mila operatori socio-sanitari. Sul tavolo l’idea di contratti di lavoro autonomo di sei mesi. Si potranno reclutare anche medici in formazione all’ultimo anno di specializzazione e operatori in pensione. Il fabbisogno che l’Asrem ha rappresentato al ministero della Salute è di 219 unità.
I prefetti, inoltre, potranno «requisire strutture alberghiere idonee ad ospitare persone in sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario o in permanenza domiciliare» quando il periodo di quarantena non si possa trascorrere a casa. Anche la sanità privata sarà chiamata a dare il suo contributo. Le Regioni sono autorizzate ad acquistare ulteriori prestazioni dalle strutture private, oltre il budget, che saranno anche «tenute a mettere a disposizione il personale sanitario in servizio nonché i locali e le apparecchiature» richiesti da Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto quando manchi il personale perché ricoverato o in quarantena per il contagio da Covid-19.
r.i.
Ambulatori chiusi pure al Veneziale, i prelievi si spostano nei distretti
Anche al Veneziale di Isernia sono sospese fino al 15 marzo le prestazioni ambulatoriali. Misura preventiva indispensabile, spiega l’azienda sanitaria regionale, e in linea con le ultime disposizioni nazionali per la corretta gestione dell’emergenza coronavirus. Le prestazioni sono rinviate a data da destinarsi, eccetto quelle individuate come indispensabili dal medico di famiglia e dallo specialista.
Inoltre, sempre causa emergenza coronavirus, sono state sospese le attività di prelievo negli ospedali di Campobasso e Termoli, sempre fino al 15 marzo. Ma non subiranno interruzioni perché sono state riversate sulle strutture territoriali dei distretti di Campobasso e Termoli che ne assicureranno l’erogazione.
Infine, la direzione strategica dell’Asrem ha dato indicazione ai privati convenzionati (Villa Esther, Villa Maria, Gea Medica e Rsa San Nicola) di attivare misure urgenti di rimodulazione organizzativa: dimettere i dimissibili e segnalare al dipartimento di Prevenzione per l’isolamento domiciliare, mantenere un contingente minimo di personale in servizio (turni h12), assicurare il turnover e fornire le mascherine oltre a raccomandare comportamenti idonei alla riduzione della diffusione del contagio anche all’esterno della struttura, ridurre al minimo gli accessi dei visitatori,valutare se mantenere le attività di ristoro.