Dal 18 maggio si potrà tornare in chiesa per assistere alle messe. È stato firmato ieri a Palazzo Chigi – dal presidente della Cei Basetti, dal premier Conte e dal ministro dell’Interno Lamorgese – il protocollo per la ripresa delle celebrazioni dopo l’emergenza coronavirus.
Le misure che i preti dovranno rispettare sono tante. L’igienizzazione dei luoghi e degli oggetti di culto, come le ampolline, i microfoni, e gli altri oggetti sacri (tra cui il Vangelo).
Sempre ieri, il confronto fra governo e Regioni. Un documento elaborato dai presidenti chiedeva riaperture dall’11. Ma il ministro Boccia su questo fronte ha gelato le aspettative degli amministratori, prevalentemente quelli del Nord, che spingono di più per riaprire le attività.
Dall’11 il monitoraggio dei dati delle singole regioni da parte del ministero della Salute sul contagio da Covid 19 e in base a quelli dal 18 maggio possibili differenziazioni regionali nelle riaperture, anche in base alle linee guida dell’Inail: questa la linea ribadita dal titolare degli Affari regionali nella videoconferenza coi governatori.
Il presidente del Molise Donato Toma è d’accordo che si possa riaprire il 18. O meglio che in base all’andamento dei contagi e dell’indice di trasmissibilità,, le Regioni possano decidere di differenziare il riavvio delle attività. «I nostri numeri al momento sono buoni. C’è una situazione in cui qualche giorno non si registrano casi, poi ce ne sono in numeri contenuti. Stiamo andando verso il contagio zero. Faremo il monitoraggio fra il 10 e l’11 – così Toma a Primo Piano – e se i dati sono confortanti valuto seriamente di riaprire alcune attività a partire dal 18». In particolare, bar e ristoranti, estetiste, parrucchiere. «Il problema vero da risolvere è rappresentato dalle linee guida concordate con l’Inail», aggiunge. Sono indispensabili per poter consentire a una parrucchiera, per esempio, di riaprire in sicurezza.
Stamane, invece, è in arrivo il decreto che riassegna le deleghe agli assessori. «Farò degli aggiustamenti e qualcosa tratterrò per me – le poche anticipazioni di Toma – l’obiettivo è fare in modo che quel che non ha funzionato funzioni meglio. E quindi quel che non ha funzionato lo trattengo io».

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