Quali le ricadute sulla salute dello ‘tsunami Covid’, delle emozioni legate alla paura, ai timori di effetti economici negativi. Quali gli effetti dei radicali cambiamenti di abitudini in questi mesi di lockdown: l’Irccs Neuromed analizza le ripercussioni della pandemia attraverso l’enorme patrimonio di informazioni che deriva dal progetto ‘Moli-sani’. Partito nel marzo 2005 con l’obiettivo di conoscere i fattori ambientali e genetici alla base delle malattie cardiovascolari e dei tumori, ha coinvolto circa 25.000 cittadini residenti in regione. Uno studio, oggi basato presso l’istituto Neuromed, che ha trasformato l’intera regione in un enorme laboratorio scientifico, in un patrimonio di informazioni rilevanti per chi si occupa di ricerca e di salute: ora migliaia di partecipanti molisani a quel progetto epidemiologico saranno coinvolti in uno studio che indaga gli effetti collaterali del Covid 19. Quelli che forse non si vedono ad occhio nudo ma che possono aver identiche ripercussioni drammatiche, legati alle modalità con le quali l’emergenza ha influenzato la salute generale e il benessere psicofisico dei cittadini molisani. «È un’operazione – spiega Licia Iacoviello, direttore del dipartimento di Epidemiologia e prevenzione di Neuromed e ordinario di salute pubblica all’università dell’Insubria – condotta interamente a distanza, sia attraverso colloqui telefonici che per mezzo di smartphone. Abbiamo sviluppato un questionario ben articolato ma rapido da compilare, che indagherà su due fronti: da un lato cercheremo quali fattori, quali patologie preesistenti e quali terapie seguite possano aver influenzato il decorso dell’infezione in chi ne è stato colpito. Dall’altro puntiamo a disegnare il quadro di come sia cambiato il modo di vivere nella Fase 1 e nella Fase 2 che stiamo vivendo ora». Si tratta di esaminare moltissimi aspetti relativi a come le persone abbiano conservato o modificato i loro stili di vita, l’attività fisica, l’attenzione verso la propria salute in rapporto allo stress legato all’isolamento e alle preoccupazioni economiche. Il progetto ‘Moli-sani’ rappresenta il laboratorio ideale per una ricerca su vasta scala in questo campo, per indagare come l’emergenza abbia influenzato la vita delle persone e le conseguenze mediche e sociali che potrebbero paventarsi in futuro. L’emergenza che ha sconvolto il mondo, del resto, coinvolge tutti gli aspetti della vita: il Covid e la pandemia hanno portato a considerare prima di tutto le questioni direttamente legate al virus, alle sue manifestazioni cliniche e alla prevenzione dell’infezione. Ma diventa rilevante analizzare e verificare le ricadute che la paura, il cambiamento delle abitudini e lo sconvolgimento sociale ed economico stanno avendo sulla salute e sul benessere complessivo delle persone. «In modo particolare – spiega Marialaura Bonaccio, ricercatrice di Neuromed ed esperta di dieta mediterranea – il questionario indagherà sui possibili cambiamenti nell’alimentazione avvenuti nel periodo di lockdown, in relazione anche allo stato socio-economico delle varie persone». Alcune migliaia di partecipanti al progetto ‘Moli-sani’ saranno contattate nei prossimi giorni dai ricercatori dell’istituto di Pozzilli. In questi mesi le abitudini sono state stravolte, molte persone hanno perso il lavoro, tantissime altre hanno scoperto difficoltà economiche. E poi lo stress legato ai momenti terribili, al bombardamento di notizie allarmanti, alle paure per i propri cari, all’isolamento forzato. Ci sono anche le preoccupazioni legate alle malattie, da quelle cardiovascolari ai tumori per citare le più importanti, che di certo non sono andate “in pensione” in questi mesi di isolamento. La pandemia ha sconvolto la vita di tutti. «E non solo per quanto riguarda la paura di ammalarsi o la necessità di curare le persone colpite – spiega ancora Livia Iacoviello -: il Covid-19 ha scavato molto più a fondo nella nostra società e temiamo che lo abbia fatto in termini molto concreti». Fattori che mettono una seria ipoteca sul futuro, come sostiene il presidente di Neuromed, Giovanni de Gaetano. «Dobbiamo saperlo subito perché, mentre combattiamo contro il Covid-19, tutti questi fattori potrebbero causare più morti, malattie e sofferenze di quanto il virus non abbia fatto direttamente».

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