Dal 1 giugno l’app Immuni può essere scaricata ovunque gratuitamente sugli smartphone. La sperimentazione, invece, parte oggi in quattro regioni: Puglia, Abruzzo, Marche e Liguria. «Un test di pochi giorni per provarne le funzionalità», spiega all’Ansa Pierluigi Lopalco, epidemiologo a capo della task force pugliese per l’emergenza coronavirus.
Immuni dà la possibilità di tracciare i contatti dei contagiati, secondo Lopalco uno «strumento utile» perché, in caso di contagio di una persona, «ci aiuterà a rintracciare tutti i suoi contatti, anche quelli sconosciuti che diversamente non riusciremmo a raggiungere. Rappresenta una sicurezza per ognuno».
Una volta installata, saranno gli smartphone sui quali è presente, quando si troveranno a una distanza inferiore a un metro, a scambiarsi dei codici in maniera anonima. Se una persona dovesse contrarre il virus, l’Asl sbloccherà il codice facendo partire un messaggio di allerta su tutti i telefoni delle persone che sono venute a contatto con leo, anche in maniera inconsapevole. «Se sono in fila al supermercato – spiega Lopalco – e non viene rispettata la distanza di un metro, il mio smartphone scambierà un codice con il telefono di chi mi è accanto. A quel punto, se io il giorno dopo dovessi risultare positivo, la persona che inconsapevolmente è stata a contatto con me lo verrà a sapere».
Il tutto nel rispetto della privacy: i dati raccolti saranno conservati sui singoli device e non su un server centrale; il sistema non traccerà gli spostamenti ma solo i contatti di prossimità tra smartphone; i dati raccolti potranno essere condivisi solo con l’autorizzazione del possessore dello smartphone; tutti i dati raccolti e condivisi con il server centrale (gestito da Sogei), saranno cancellati entro dicembre 2020.
Dell’app Immuni si occupa pure la circolare del ministero della Salute sul contact tracing: «Le applicazioni mobili possono integrare e supportare questo processo, ma in nessun caso possono essere l’unico strumento utilizzato. Bisogna considerare infatti che non tutta la popolazione scaricherà l’applicazione di ricerca dei contatti sul proprio dispositivo mobile e che il suo utilizzo sarà basso in alcune popolazioni chiave (ad esempio gli anziani)».

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