In media 50 milioni di cubi d’acqua all’anno che dal Liscione finiscono in provincia di Foggia: ha destato clamore la sicurezza con cui in Capitanata si è parlato di questa possibilità come di una cosa fatta o poco meno.
In una conferenza stampa di mercoledì il vice di Emiliano ha parlato di interlocuzioni avanzate fra i due presidenti. Tanto che c’è pure un’ipotesi di ristoro: 7 centesimi a metro cubo. E in Molise è riscoppiata la bomba.
Come a giugno dopo la prima riunione al Consorzio della Capitanata, ripercorre la capogruppo dem in Regione Micaela Fanelli, dei passi avanti sul progetto la politica molisana, almeno quella di minoranza, apprende dalla stampa. «Va fatta chiarezza. E per farla, va tirato il freno a mano. Fermata ogni minima attività o potenziale accordo al riguardo. E non è una questione di soli principi – la Regione Molise ha verificato il mancato rispetto degli accordi stipulati nel 1979 con la Puglia? – ma di vera e propria necessità! Basti pensare alla crisi idrica che la scorsa estate attanagliò tutto il basso Molise servito dalla diga del Liscione, nonostante il recente collegamento all’acquedotto molisano centrale, che da solo non ce la fa a dissetare le oltre 100.000 persone servite», evidenzia Fanelli che annuncia un’altra interrogazione urgente.
L’ex consigliere regionale Salvatore Ciocca, a capo del comitato Acque molisane, annuncia un esposto in qualità di cittadino molisano alle autorità competenti compresa la Corte dei Conti sul danno erariale derivante dal fatto che la Puglia finora non ha ottemperato agli impegni presi decenni fa.
Su questo nuovo progetto, aggiunge, in Molise tutto tace. «Nessuno spiega quanto sta accadendo, nessuno comunica di interlocuzioni avviate con la Puglia, nessuno illustra il progetto che di fatto si realizza passando sulle nostre teste. La Puglia avrebbe potuto presentare un progetto europeo senza avere alcuna autorizzazione dal Molise? C’è qualche atto che non conosciamo oppure tra Toma e Emiliano è bastato chiacchierarne, magari a telefono? Hanno dimenticato in via Genova che la Regione Puglia non ha ottemperato agli accordi pregressi relativi alla cessione dell’acqua dell’invaso di Occhito? Facciamo intese che hanno risvolti economici con una Regione che è inottemperante da più di 40 anni? Come si è potuto stabilire, inoltre, che si tratti di prelievo di acqua in più? Quali documenti, studi e analisi suffragano queste dichiarazioni rese dal vicepresidente della Regione Puglia?». Un ulteriore prelievo, conclude, che influirà sull’ecosistema fluviale e con cui il Molise daà alla Puglia «la doppia opportunità di usare la nostra risorsa più preziosa e di beffarci ancora una volta».

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