Truffa con operazioni finanziarie legate all’acquisto di bond ad alto rischio lussemburghesi, ai danni della storica società milanese di mutuo soccorso Cesare Pozzo, la quale avrebbe subito un danno economico intorno ai 15 milioni di euro. È l’ipotesi accusatoria formulata dalla procura di Milano che ha portato a sei arresti domiciliari e un’interdittiva (divieto temporaneo di esercitare attività di impresa): misure eseguite ieri dalla Guardia di Finanza di Milano.
Questi i reati contestati: associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata, false comunicazioni sociali e appropriazione indebita al centro dell’indagine
Tra gli indagati anche il broker molisano Gianluigi Torzi, già invischiato nell’inchiesta vaticana relativa alla compravendita di un palazzo su Sloane Avenue a Londra, lo scorso giugno.
Fondata nel 1877 a Milano per aiutare i primi ferrovieri, la società nazionale di mutuo soccorso Cesare Pozzo conta oggi 132mila soci, ai quali fornisce assistenza a integrazione e sostegno del Servizio sanitario nazionale.
La presunta truffa messa a segno con l’acquisto di bond ad alto rischio lussemburghesi si sarebbe protratta fino al 2020. Secondo il procuratore di Milano Francesco Greco nel corso delle indagini è emerso il ruolo centrale di Gianluigi Torzi nella truffa, il quale «è risultato a capo, con altre tre persone, della catena di controllo dei veicoli societari esteri emittenti titoli finanziari».
Ai domiciliari Ferdinando Matera e Armando Messineo, rispettivamente all’epoca direttore generale e presidente della Cesare Pozzo, Fausto Lopez, Marco Reviglio, Christian Madeo e Mirko Faga. Una misura interdittiva invece è stata inflitta a Luc Roger.
Per il momento non destinato ad alcuna misura cautelare, il broker Torzi risulta indagato e colpito da un provvedimento di sequestro per un totale complessivo, per tutti i soggetti indagati, di oltre 16 milioni e 300mila euro.

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