Via, via tutti, di corsa. I manifestanti hanno assediato anche ieri il palazzo della politica molisana.
Comitati, come il Soa di Andrea Di Paolo e il Comitato Verità e Dignità per le vittime Covid, i partiti della sinistra storica (dal Pci al Pcl), cittadini auto organizzati, fra gli altri Emilio Izzo. Anche volti mai visti prima a protestare davanti a una sede istituzionale. Capelli lunghi e neri, occhi neri, questa ragazza dice: «Ci vuole coraggio e impegno. Ma ritengo che bisogno prendere in seria considerazione la situazione sanitaria. È triste che la gente debba morire per mancanza di ossigeno ed è trista l’indifferenza della politica a tutto questo. Mi auguro che queste manifestazioni possano scuotere le coscienze perché io credo che il popolo possa cambiare le cose se lo vuole davvero».
Al centro della protesta, come al centro della mozione di sfiducia, la gestione dell’emergenza pandemica, emergenza che ha colpito tutto il mondo «ma nel Molise abbiamo una situazione particolarmente seria e severa, per una sanità devastata negli ultimi 20 anni. E a distanza di un anno non abbiamo ancora una soluzione vera. Per questo – aggiunge una signora – bisogna staccare la spina, riconoscere di non essere all’altezza del ruolo e ricominciare da capo».
La politica, sintetizza Di Paolo, «deve smettere di prendere in giro i molisani. Si pensa alle poltrone e alle spartizioni, non alle proposte che noi abbiamo e abbiamo avanzato. A cominciare dall’azzeramento del debito sanitario. Qui, oggi, c’è la base, la gente che è stanca di questa situazione». Stanca di una sanità che non cura, non cura i Covid, costretti a salire su un elicottero per un posto in intensiva fino a qualche giorno fa, e non cura i non Covid, non adeguatamente. È questa la critica mossa dai presenti.
Prevalentemente chi governa, ma tutti sono nel mirino. Tanto che quando escono i consiglieri dei 5s per parlare con i manifestanti, il capogruppo Greco ha il suo da fare per rispondere alle critiche feroci di un giovane esponente comunista.

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