Sul suo documento di riconoscimento risultava Agnone il luogo di nascita, ma in realtà Emilia Carlomagno, trovata morta in Argentina, si era trasferita nel paese sudamericano in tenerissima età. In alto Molise, stando a quanto raccontano i nipoti a Primo Piano Molise, non ha mai fatto rientro a differenza della sorella Dina, tornata qualche anno fa.
Una storia di emigrazione come tante altre che nel dopoguerra ha portato centinaia di agnonesi a trasferirsi a Buenos Aires per problemi di lavoro.
La donna, professione sarta, è stata rinvenuta cadavere nella sua abitazione di Quilmena di San Francisco Solano, a pochi chilometri di distanza dalla capitale.
Vedova, senza figli, Emilia Carlomagno aveva 77 anni. La morte sarebbe avvenuta lo scorso 10 agosto, ma è arrivata in Molise solo nella giornata di Ferragosto.
L’anziana è stata ritrovata legata mani e piedi al suo letto, soffocata dal fumo dell’incendio che ne ha devastato la casa e, come riferiscono i media locali, con il corpo bruciato nel rogo.
La Procura locale indaga per omicidio, cercando di trovare elementi utili nella vita della donna per far luce sull’accaduto. Emilia Carlomagno viveva da sola. Al momento nessuna ipotesi è esclusa: dalla rapina finita male a una vendetta personale.
A fornire il nome della donna ai Vigili del fuoco intervenuti per domare l’incendio, un vicino di casa che la conosceva. Emilia, infatti, era nota a tutti nel quartiere perché possedeva una delle proprietà più grandi e importanti della zona e intratteneva buoni rapporti con chiunque.
Da una prima ricostruzione dei media argentini non possedeva soldi in casa e al tempo viveva con una pensione dignitosa. Ad allertare i soccorsi, appunto, i vicini di casa, allarmati dalle fiamme che stavano divorando la proprietà della donna. Gran parte della casa della Carlomagno è stata infatti danneggiata dall’incendio.
Come scrive il quotidiano locale Infobae.com,al momento non è stato possibile stabilire se sia stato rubato qualcosa o se una o più persone siano entrate dentro la casa della Carlomagno. In effetti, nessuna delle porte risulterebbe forzata.
La Polizia locale ritiene che l’aggressore sia entrato dalla terza porta laterale o da un terrazzo, il cui ingresso era sbarrato da una scala. Determinanti potrebbero risultare le telecamere presenti in zona, i cui filmati dovranno essere visionati attentamente dagli investigatori.
Secondo le prime testimonianze raccolte, circa una settimana fa qualcuno avrebbe già tentato di introdursi in casa della donna, tanto che in quella circostanza il cane dell’anziana sarebbe stato avvelenato. Sta di fatto che la relazione tra quest’ultimo episodio e la sua morte risulta da dimostrare.
La sorella della pensionata e la nipote, parenti più strette della 77enne, avrebbero riferito che Emilia non aveva problemi con nessuno e che non c’era alcun sospetto che qualcuno potesse fargli del male.
Nelle prossime ore sarà eseguita l’autopsia, determinante per capire cosa sia realmente accaduto nella casa.

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