C’è anche un agnonese tra i componenti della gang criminale sgominata a Roma dagli uomini della Guardia di Finanza dedita alla compravendita fittizia di appartamenti. P.V., 50enne, è finito in manette insieme ad altre nove persone per associazione a delinquere dedita all’organizzazione di truffe ai danni di istituti di credito e ignari cittadini mediante fittizie compravendite immobiliari e illecite richieste di finanziamento.
L’operazione “Colpo gobbo” è partita in seguito alle denunce presentate da alcuni proprietari di immobili, casualmente venuti a conoscenza della vendita della loro proprietà, fatto di cui gli stessi erano del tutto all’oscuro. A queste si sono aggiunte anche le segnalazioni da parte di direttori di varie banche, allarmati dagli insoluti delle rate di rimborso dei prestiti erogati, nonché da alcuni notai che si sono accorti di anomalie nella documentazione prodotta per la stipula degli atti. Un’organizzazione certosina per mettere e segno la truffa prevedeva, come punto di partenza, l’individuazione di immobili presenti nella Capitale e realmente in vendita, da qui partiva la macchina operativa: i membri della gang ingaggiavano “figuranti” che, muniti di documenti falsi – riconducibili a persone realmente esistenti ma ignare dell’accaduto – stipulavano “regolari” contratti di compravendita dinanzi a notai, anch’essi all’oscuro dell’attività criminosa, e conseguenti atti di concessione di mutui. Ottenuto l’accredito della somma su un conto corrente acceso a nome del “finto” venditore, il denaro veniva prelevato pochi giorni dopo l’atto di vendita. La documentazione fittizia, relativa anche a buste paga, era altresì utilizzata per la richiesta di prestiti personali, allo scopo di appropriarsi illecitamente delle somme. Diverse transazioni illecite sono state ricostruite dagli investigatori a cavallo tra il 2014 ed il 2016, per un ammontare complessivo di oltre 650.000 euro, cui si aggiungono un episodio riferito a un mutuo del valore di 150.000 euro in cui due “figuranti” sono stati arrestati in flagranza, risalente a dicembre 2015, e due casi riguardanti prestiti personali richiesti per un totale di oltre 45.000 euro, la cui erogazione non è andata a buon fine per cause indipendenti dalla volontà degli indagati. Nella Nell’associazione criminosa ogni componente aveva un compito prestabilito: l’agnonese P.V., insieme ad un’altra componente, rivestiva il ruolo di promotore ed istigatore; per entrambi è stata attivata la misura di custodia cautelare in carcere. Un totale di dieci indagati di cui uno agli arresti domiciliari, mentre gli altri sono stati attinti da custodia cautelare in carcere. Figura chiave dell’organizzazione era un pluripregiudicato molto noto negli ambienti delinquenziali della capitale come “persona dedita alla fabbricazione e/o fornitura di documenti falsi”.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.