Aiutarli a caso loro, uno spot inflazionato se poi alle chiacchiere fatte dal politico di turno nei salotti delle tv non ci metti cuore, passione, braccia, testa, professionalità e soprattutto presenza fisica. L’insegnamento arriva da una ragazza di Agnone, Marika Di Menna, che dopo la laurea in infermieristica conseguita a 21 anni all’Unimol, ha deciso di dedicarsi anima e corpo al volontariato. Da tre anni Marika ha sposato la missione sanitaria francescana “Puglia e Molise” che opera in Congo grazie all’opera di padre Francesco Ciccarella. Inizio difficile soprattutto per i timori e le paure manifestate dalla famiglia che non volevano accettare la volontà espressa da una ragazza appena ventenne. Che incurante di ciò, faceva le notti in ospedale per pagarsi il biglietto aereo, il quale di lì a poco l’avrebbe portata in Africa, nel villaggio di Djiri nel dipartimento di Branzzaville.
Con lei un’altra ragazza molisana Nicoletta Gianfelice di San Giuliano di Puglia. «A distanza di tre anni sono diventata una di loro, ha ragione Checco Zalone in Tolo Tolo» ammette Marika con un sorriso contagioso e una lunga chioma tra il castano e il biondo. «Non vedo l’ora di ripartire per riabbracciare i miei bambini» ci dice mentre trascorre qualche giorno nel suo paese dove studia per perfezionare il francese. Intanto la sua espressione diventa seria quando parla dei problemi vissuti dagli abitanti del Congo. In particolare in ambito sanitario.
«Nei villaggi distanti dalle metropoli manca praticamente tutto con la minaccia più grande che si chiama malaria. Se sei fortunato arrivi negli ospedali delle città dove tuttavia una notte costa sette euro quando la paga giornaliera è di due euro. Potete immaginare che il più delle volte ci si lascia morire». Per questo motivo a Djiri, la missione francescana sta cercando di realizzare un grande ambulatorio capace di venire incontro alle esigenze della popolazione. Nel frattempo ci si arrangia con un’ambulanza da campo e in spazi concessi dal capo villaggio con il quale devi condividere il rituale di mangiare un frutto nel giorno in cui fai la tua presentazione. Qui, sulla linea dell’Equatore, operano medici e infermieri che come Marika si dedicano agli altri, ai più deboli, agli ultimi del pianeta.
«Nonostante i tanti problemi vissuti quotidianamente, la cosa che mi ha colpito è l’allegria che riescono a sprigionare. Molti di loro non hanno mai visto una persona bianca, in particolare i bambini che sono di una tenerezza unica». Il lavoro inizia la mattina prestissimo e si conclude al calar del sole. «Quando vai a letto (un materassino su una tavola di legno, ndr) pensi di aver fatto qualcosa di buono e ti senti più sollevato». Spirito di adattamento, una carica motivazionale senza uguali, passione per il lavoro e il prossimo, le principali prerogative che ti spingono ad accettare una esperienza del genere. Missione che Marika e i suoi colleghi stanno raccontando nelle scuole, negli oratori, ma anche in carcere, l’ultimo visitato quello minorile di Bari.
«Resto dell’avviso che se spronata a dovere la mia generazione è capace di essere sensibile di fronte un tema che in fondo riguarda tutti. Oggi più che mai visto quanto accade. Ai miei coetanei o ai ragazzi che incontriamo dico sempre di non rimare chiusi nel piccolo mondo che li circonda, bensì aprirsi ed essere curiosi».
Il 9 marzo Marika ripartirà da volontaria per l’Africa dove ad attenderla i suoi ragazzi ma soprattutto persone che hanno bisogno di cure sanitarie indispensabili per poter vivere. In bocca al lupo! Per quanti sono intenzionati a dare una mano fattiva alla missione francescana si può fare una donazione intestato a: Provincia di San Michele Arcangelo dei frati Minori di Puglia e Molise – Centro Provinciale Missioni Francescane. Iban: IT 59T0 335901 600100000 105814 – CCP: 12929709

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