«La politica è una ‘malattia’ di famiglia, non escludo di poterci riprovare». Lorenzo Marcovecchio chiude così l’intervista rilasciata a Primo Piano Molise all’indomani della “caduta” da Palazzo San Francesco per mano di sette consiglieri comunali di cui cinque donne (Annalisa Melloni, Linda Marcovecchio, Annalisa Cellilli, Luciana Sabelli, Giuseppina Catauro), tre delle quali candidate con la sua lista.
«Ecco, se potessi tornare indietro non darei più indicazioni sulla doppia preferenza uomo-donna. Naturalmente è una battuta – sdrammatizza Marcovecchio -. Quello che sicuramente mi rimprovero è di non aver fatto comunicazione delle tante cose portate avanti in quattro anni di governo insieme ai componenti dell’esecutivo. A riguardo stiamo preparando un opuscolo da consegnare alla popolazione dove riporteremo tutte le nostre iniziative. Saranno loro, gli elettori, a valutare se la giunta Marcovecchio abbia operato bene o meno».

Ripartirebbe per il Nord alla vigilia dell’esplosione del coronavirus?

«Senz’altro – replica secco l’ex sindaco – . Bisogna essere onesti, nel momento in cui sono partito non c’era tutto questo marasma, dopodiché anche a livello centrale il problema è stato sottovalutato e prova ne è l’emanazione di tre decreti in appena sei giorni. In seguito il fatto di essermi auto-isolato dimostra un eccesso di prudenza che altri non hanno ritenuto opportuno fare. Pago lo scotto di essermi comportato come si ognuno dovrebbe fare».

A farla cadere, di fatto, la firma di sette consiglieri, ma a più riprese ha denunciato una regia occulta.
«Gli agnonesi sono troppo intelligenti per non capire chi è stata la mano, un tempo amica, che poi ha deciso di far arrivare il commissariamento. Fa parte del gioco, per carità. Lo abbiamo fatto anche noi qualche anno fa e oggi ci viene riservita la partita».

Dalla Prefettura di Isernia nominata la commissaria Giuseppina Ferri che verrà in Comune una volta a settimana.
«Alla dottoressa Ferri, persona capace e dalla grande esperienza, il mio personale in bocca al lupo, dopodiché resto dell’avviso che questo è stato il momento meno propizio per farci cadere ma ne prendiamo atto».

Oggi cosa vorrebbe dire ai suoi concittadini?
«Vorrei approfittare per fare un appello: restate a casa, vedo ancora troppa gente in giro. Vengo da Roma dove la città è deserta, mentre qui da noi registro un traffico di auto e persone spropositato per quello che è l’attuale momento. Il picco dell’epidemia deve ancora arrivare, per questo vi chiedo di ascoltarmi, non da sindaco ma da semplice cittadino: rimanete in casa, il rischio a cui si va incontro è troppo grande. E ad Agnone, lo sanno tutti, c’è una popolazione prevalentemente anziana».

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