Non solo a Campobasso, ma anche a Bojano dopo due anni terribili di dolore e sofferenza per la pandemia la scorsa domenica, 19 giugno, è tornata la processione del Corpus Domini. Ma a suscitare il dibattito sul tema non è stata purtroppo la ritrovata unità della comunità dei fedeli – e anche dei parroci del capoluogo matesino – intorno alla solennità del Santissimo corpo e sangue di Cristo, ma una sterile polemica che ha montato soprattutto sui social nata dall’incomprensione di alcuni cittadini sorpresi dalla mancata salita del sindaco e del parroco dell’Antica Cattedrale, don Rocco Di Filippo, sul balcone del municipio come da tradizione. Una polemica che non fa bene a nessuno, ma soprattutto che fa male alla città di Bojano, dice lo stesso don Rocco, derivata nient’altro che da un banale difetto di comunicazione: prima della processione, infatti, si sarebbe deciso che per cautela e precauzione – legate ovviamente ancora alla pandemia che non è affatto passata, seppure così possa sembrare – la processione sarebbe stata quest’anno più breve rispetto al tragitto canonico, e non avrebbe effettuato fermate. Il balcone del Comune però era stato comunque preparato dagli amministratori. L’emozione della sirena che diversamente dalla consuetudine non è suonata davanti al Palazzo di città alla benedizione dei fedeli e all’esposizione del corpo e del sangue di Cristo dal balcone comunale poi ha suscitato proprio le critiche di alcuni, rimasti interdetti dall’interruzione di una storica tradizione. Il subbuglio però non porta frutto, se non disgregazione, commenta il parroco. Disgregazione che non esiste nella maniera più assoluta, spiega il don.
«Dopo tanta tristezza per gli anni del Covid, quest’anno sempre con prudenza abbiamo ricominciato a uscire con i primi passi verso percorsi intensi di meditazione e di preghiera per farci incoraggiare per un futuro di nuovo vigore per crescere fraternamente e lavorare insieme per una città sempre più unita – dice spegnendo le fiamme delle polemiche -, perché questa città ha bisogno di unità non di disgregazione per poveri motivi».
Il motivo a monte che ha generato la discussione tra alcuni fedeli, a quanto pare, sarebbe infatti davvero povero, una banalità, una semplice incomprensione legata alla prudenza, che non è mai troppa. Pian piano ad ogni modo le tradizioni – bruscamente interrotte dal Covid per due anni – torneranno agli antichi dettami e splendori, a beneficio di tutti. Quello del Corpus Domini di quest’anno a Bojano ha rappresentato quindi il primo passo verso la ripartenza, il ritorno alla normalità, che di fatto ancora non è compiuto. Può succedere, a volte, che da un’incomprensione si generi un esagerato trambusto, ma tutto è bene quel che finisce bene. L’appello lanciato anche simbolicamente in occasione della festività di domenica è valido ora più che mai: Bojano sia unita, nelle avversità tanto quanto nei momenti di gioia.

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