La quota neve si sta alzando. Sono anni che lo affermano gli addetti ai lavori e gli esperti che operano su Campitello Matese al fine di promuovere azioni per salvare le attività montane invernali per mezzo dell’innevamento programmato. Che, a Campitello, si è dimostrato inefficace e lo testimoniano i cannoni sparaneve acquistati ma fermi per paradossali motivi. Anche se quest’anno un po’ di neve c’è, non basta. I problemi, alle spalle di tutto questo, sono infatti ben più gravi: assenza di manutenzione, mancato collaudo degli impianti, situazioni contabili delle società partecipate della Regione bocciate persino dalla Corte dei Conti, bandi di affitto impugnati al Tar. È per questo infatti che la montagna oggi risulta praticamente inaccessibile anche a coloro che potrebbero allenarsi secondo quanto previsto dall’ultimo Dpcm: gli atleti professionisti e non, riconosciuti dalle federazioni sportive. Con rammarico però si deve assistere per l’ennesima volta ad un intero indotto mutilato delle sue potenzialità, pur essendo stato negli anni, ma potrebbe esserlo ancora, tra le capofila del comparto turistico invernale regionale e nazionale.
Intanto il Tar, che doveva pronunciarsi lo scorso 16 dicembre sull’impugnativa che il sindaco di San Massimo Alfonso Leggieri ha mosso a proposito del bando di affitto degli impianti, ha rinviato l’udienza sul merito della questione al 13 di gennaio. Ma i connotati di ciò che sta accadendo da diversi anni a questa parte su Campitello Matese si stanno facendo sempre più grotteschi. Questa del bando della Regione Molise per l’affidamento degli impianti è infatti solo l’ultima delle beghe a testimonianza di una gestione politica che definire fallimentare è riduttivo. Leggieri ha infatti ravvisato svariati punti di illegittimità al suo interno. Bisogna partire dal presupposto infatti che «attualmente la Regione – spiega il sindaco di San Massimo – non ha la disponibilità delle aree sciabili montane di competenza del Comune. Nel bando – invece – è stato scritto che è in itinere la convenzione con il Comune di San Massimo. Ma sono state create una falsa realtà e false aspettative nei confronti di chi rispondeva al bando. La disponibilità delle aree sciabili – prosegue poi il sindaco – è stata revocata a causa di una morosità di 400mila euro che Funivie Molise ha con il Comune di San Massimo». Quei debiti sottolineati proprio nell’ultimo Giudizio di parifica della Corte dei Conti a proposito delle partecipate di Campitello Matese e che suggerirebbero un deciso cambio di rotta nella gestione delle suddette da parte della Regione Molise. Ma tra i profili di illegittimità individuati da Leggieri vi sarebbe anche la mancanza della cosiddetta clausola sociale per la tutela dei dipendenti. «Nel bando manca la norma di salvaguardia della forza lavoro – dice il primo cittadino – prevista dalle direttive europee nelle gare di appalto, che dovrebbe tutelare all’incirca 25 dipendenti che con un bando in queste condizioni rischierebbero di essere licenziati».
Il vero paradosso è che da una parte c’è chi addossa le colpe dello stop al Governo e al Covid, dall’altro si osserva la realtà dei fatti: le categorie escluse dalle restrizioni imposte dal Governo per l’utilizzo degli impianti sciistici avrebbero potuto usufruire della montagna per allenarsi eppure Campitello è ferma perché gravano ancora pesanti ombre all’apparenza tutt’altro che rimovibili, almeno entro il prossimo 7 gennaio. Ombre che costringono al momento alcuni maestri di sci a spostarsi persino a Roccaraso per lavorare con gli atleti. Ad oggi l’interrogativo sull’effettiva ripresa di Campitello sembra mera retorica. Proprio quando alle decine di famiglie che operano nel settore tornava utile come il pane poter svolgere una piccola parte della propria attività, senza ristori aggiuntivi al momento previsti dalla Regione Molise per le specifiche categorie coinvolte.
R.G.

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