Gli abitanti dell’area matesina negli ultimi giorni non parlano d’altro: il Covid ha fatto breccia anche ad alta quota, e in particolare in una struttura ricettiva di Campitello Matese. Sette i casi accertati ad oggi, sei residenti e un dimorante ma non residente mentre sarebbero una decina le persone in isolamento fiduciario, con la Questura al lavoro sui dati degli ospiti trasmessi dalla struttura che resterà chiusa per almeno due settimane. Ma, ricostruzione della catena epidemiologica a parte, è esploso immediatamente il dibattito. La situazione sarebbe estremamente delicata, riferiscono gli operatori. Alcuni presunti ritardi nella comunicazione dei casi di positività ad Asrem avrebbero causato un’esposizione al contagio anche di alcuni turisti e forse l’autista di un autobus. Con gli impianti di risalita fermi, e di conseguenza molti albergatori costretti alla chiusura alla mercé delle restrizioni ancora in atto, molti si chiedono come sia stato possibile che oltre ai dipendenti e ai titolari della struttura, il virus abbia potuto contagiare anche alcuni turisti, molti dei quali provenienti da altre regioni, sempre stando alle testimonianze di alcuni operatori del comparto. È l’indiscrezione che sta circolando in queste ore, segnalata proprio da alcuni addetti del settore turistico che hanno attività nella stazione sciistica matesina dove, lamentano, sarebbero stati ridotti i controlli sulle strade che connettono la montagna a San Massimo e agli altri paesi della piana. «Ho potuto parlare con i Carabinieri del comando di Bojano, che si sono recati a Campitello un paio di volte, dove – bisogna precisarlo – sono stati predisposti degli spazi appositi per ospitare la caserma di Polizia e Carabinieri ma che ad oggi non risultano ancora attivi» commenta il primo cittadino di San Massimo, Alfonso Leggieri. «In questi giorni abbiamo assistito ad un via vai incredibile di autobus e macchine. Il parcheggio di Campitello spesso è stracolmo – racconta invece uno dei commercianti del posto, Giovanni Gentili – e trovo davvero assurdo che ciò avvenga in un momento così delicato. Solitamente, prima della pandemia, durante la stagione invernale i controlli sulle strade erano molti di più, anche per non permettere che troppe macchine salissero in montagna quando si registravano difficoltà di parcheggio. Oggi che i controlli andrebbero intensificati per non permettere a qualche furbetto di venire da fuori regione quando ci sono divieti in atto molto chiari, ciò non accade – aggiunge -. Gli unici controlli ravvisati ad oggi sono quelli prestati dagli ausiliari del Comune di San Massimo, ma purtroppo non è abbastanza. Vogliamo quindi rivolgere un chiaro appello al Prefetto e al Questore. Alla luce del cluster noto a Campitello è fondamentale che si agisca in fretta per arginare l’espansione del contagio ma anche per evitare che le persone violino la legge arrivando da altre regioni. Sarebbe importante dunque disporre di posti di blocco che controllino il flusso stradale che proviene dalla piana matesina verso la montagna». Una richiesta di attenzione quindi, con il chiaro obiettivo di tutelare il comparto ma anche le decine di famiglie di residenti che operano quotidianamente ad alta quota.
R.G.

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