Dal 2008 al 2021, a livello nazionale, le attività che vendono bevande alcoliche – dunque non quelle di somministrazione – sono aumentate del 44%. Numeri ancora più elevati nella nostra realtà: Campobasso ha segnato un incremento del 55%, Isernia addirittura del 61%. Del resto anche l’ultima relazione annuale del Ministero della Salute ha evidenziato come «l’approvvigionamento di bevande alcoliche non abbia conosciuto pause durante il lockdown, con il rafforzamento di nuovi canali alternativi e meno controllati anche rispetto al divieto di vendita a minori». Un’emergenza nell’emergenza sulla quale ha giocato un ruolo non di poco conto la chiusura dei pubblici esercizi, luoghi tradizionalmente più sicuri e controllati anche per il consumo di bevande alcoliche. Per questo Fipe-Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, in collaborazione con l’Anm, l’Associazione Nazionale Magistrati, ha deciso di consolidare il proprio impegno a favore del divertimento sano e contro l’abuso di alcol, in particolare tra i giovani, portando il progetto “Bevi Responsabilmente” nelle principali città della penisola.
Questo il vero antidoto alla ‘mala movida’, che stravolge i centri storici e le periferie di molte città italiane, è la consapevolezza sui rischi, di natura penale, amministrativa e sanitaria, che corrono da un lato i consumatori, anche minorenni, troppo spesso protagonisti di notti alcoliche sregolate che mettono a repentaglio la loro stessa salute, dall’altro i gestori dei locali, non sempre consci delle conseguenze legali di alcune loro scelte.
Ieri il progetto ‘Bevi responsabilmente’ ha fatto tappa in Molise, con il presidente della Fipe Molise Carlo Durante che ha illustrato l’iniziativa nel corso di un incontro che si è tenuto nella sala Tomaro a Campobasso, alla presenza del magistrato Roberta D’Onofrio, del responsabile Area legale Fipe Confcommercio Giulia Rebecca Giuliani e del direttore Confcommercio Molise Irene Tartaglia. All’incontro, moderato da Roberto Calugi, direttore generale Fipe Confcommercio, sono intervenuti, i funzionari e vertici delle Prefetture e delle Questure di Campobasso e Isernia, nonché dei sindaci di Campobasso, Isernia e Termoli, e l’assessore regionale al turismo, Vincenzo Cotugno. Le conclusioni sono state affidate al presidente Confcommercio Molise Paolo Spina.
«È necessario impegnarsi nella formazione e nell’informazione – ha dichiarato Durante – che sono le guide sulle quali muovere la cultura del divertimento. Intrattenimento di qualità che non rappresenti un pericolo per i ragazzi e non pregiudichi il ruolo di chi responsabilmente fa impresa, mettendo in primo luogo la salute e la sicurezza e la qualità del buon bere. Bere responsabilmente deve essere un messaggio chiaro per i consumatori e un valore aggiunto per i gestori dei locali che hanno il dovere di contrastare abusivismo e pratiche scorrette».
Tra i principali destinatari degli incontri che si stanno tenendo lungo tutta la penisola non ci sono solo gli imprenditori dei pubblici esercizi ma, grazie alla collaborazione con la Rete degli Istituti alberghieri Re.Na.I.A., alla presentazione hanno preso parte anche gli studenti dell’istituto Lombardo Radice di Vinchiaturo destinati a diventare veri e propri testimoni della buona movida sul territorio. «Tra i compiti fondamentali della scuola, oggi più che in passato, vi è la promozione di comportamenti responsabili, – ha detto la dirigente scolastica Anna Paoletta – che siano frutto di conoscenze e competenze civiche e della consapevolezza dell’equilibrio quale nuovo modello di approccio al consumo di alcolici. È necessario che i ragazzi maturino il senso del bere in compagnia quale momento di condivisione, il social drinking, che non degeneri in eccessi, abusi e dipendenze, ma che si rivesta, ad esempio, della piacevolezza di un pasto accompagnato da una bevanda alcolica. Il più delle volte l’abuso di alcolici è invece legato a comportamenti sociali di leadership negativa, al bisogno di vedersi riconosciuti dagli altri e di acquisire una posizione all’interno di un contesto sociale, per essere legittimati quali membri di un gruppo. Per scardinare la cultura dell’eccesso nell’uso di alcolici, quale il binge drinking, è necessario che la scuola intervenga sulle dinamiche di gruppo oltre che sull’educazione del singolo».
Il magistrato Roberta D’Onofrio, dopo aver illustrato gli aspetti legislativi della materia che, sia per i consumatori che per gli esercenti, in caso di violazioni prevede sanzioni sia penali che amministrative, si è voluta soffermare su alcuni dati che meglio fotografano l’aumento del fenomeno, specialmente tra i giovanissimi: «Statisticamente crescono in maniera allarmante le sanzioni e le denunce per guida in stato di ebbrezza- ha evidenziato il gip del Tribunale di Campobasso – e soprattutto tra i giovani incensurati. In questo ultimo caso, ovviamente quando non si configurano fattispecie di reati più gravi come lesioni o addirittura l’omicidio stradale, personalmente tendo a preferire misure alternative, come la messa alla prova, in modo da consentire ai ragazzi di intraprendere un percorso che faccia comprendere loro quali condotte adottare in futuro e quali ‘errori’ non ripetere».
I dati confermano che il trend ha assunto contorni preoccupanti soprattutto nella fasce di età sotto i 17 anni: un ragazzo su cinque fa uso abituale di alcolici e lo fa fuori dagli orari del pasto. È cresciuto infatti il consumo di amari, aperitivi e superalcolici, bevande che, a differenza di vino o birra, tendenzialmente non ‘accompagno’ il pranzo o la cena.
Durante la presentazione del progetto, il presidente di Fipe-Confcommercio ha rilanciato la necessità di stipulare un vero e proprio Patto tra imprese, associazioni e istituzioni locali pensato per promuovere una convivialità sana e consapevole. Un Patto espresso in un Manifesto che con questi sette punti raccoglie le regole per contrastare la mala movida: contrastare ogni forma di abusivismo; vietare il consumo serale di bevande alcoliche in strade e piazze; utilizzare prodotti di qualità; favorire il consumo di bevande alcoliche all’interno dei locali e dei dehors; formare il personale su un servizio responsabile; promuovere l’abbinamento tra cibo e il consumo di bevande alcoliche e vietare la vendita di sera di bevande alcoliche.
Buone pratiche per costruire progetti sulle esigenze specifiche diverse realtà territoriali e urbane. E proprio questa sarà la sfida del futuro: disegnare regolamentazioni su misura per ciascuna città italiana ma con l’obiettivo comune di contrastare l’abusivismo commerciale, la diffusione di alcol a basso costo, contenere il dilagare dei rifiuti, favorendo, quindi, il consumo all’interno dei locali o nei dehors.
Su questo fronte i sindaci molisani si sono fatti trovare già pronti, come sottolineato da Irene Tartaglia. «Possiamo quasi parlare di un modello Molise – ha rimarcato il direttore di Confcommercio – grazie alle varie ordinanze adottate da diversi anni dai sindaci di Campobasso, Isernia e Termoli, tutte improntate alla tutela dei pubblici esercizi che somministrano al tavolo. Le limitazioni sono invece imposte ai consumatori che magari acquistano alcol in punti vendita fuori da ogni controlli e lo consumano in strada e oltre gli orari consentiti. Come Confcommercio condividiamo pienamente questa ratio, è un pregio per le nostre città riconoscere l’importanza del bere consapevole e del consumo di alcol responsabile all’interno dei locali, dove il personale è formato e conosce le regole della somministrazione».
Il progetto ‘Bevi responsabilmente’ prevede inoltre attività concrete di sensibilizzazione verso i giovani con una campagna social e incontri nelle scuole.

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