Si sono tenuti ieri nella chiesa di San Rocco a Cercemaggiore, celebrati da padre Carmine e don Peppino, i funerali di Giovannantonio Romano, lo sfortunato trasportatore morto giovedì pomeriggio nel suo podere di Gambatesa.
In un clima di dolore e commozione, centinaia di persone hanno voluto rendere omaggio al 56enne. Tantissimi coloro che non sono riusciti a prendere posto in chiesa e si sono raccolti sul sagrato in attesa di poter rivolgere al termine del rito funebre un gesto di affetto ai familiari di Giovanni (così tutti lo chiamavano in paese). Nel tardo pomeriggio, poi, il corteo verso il cimitero.
Giovanni nutriva una forte passione per la campagna. Giovedì, come faceva spesso, aveva raggiunto il suo podere a Gambatesa, dove era nato e aveva vissuto prima di mettere su famiglia a Cercemaggiore. Per tenere pulito il terreno pare avesse dato fuoco alle stoppie. Cosa è accaduto da quel momento in poi lo stabiliranno i Carabinieri, che insieme ai Vigili del fuoco hanno raccolto tutti gli elementi necessari per definire la dinamica del decesso. Probabilmente l’uomo è stato sorpreso dal fumo del rogo che aveva alimentato. Forse ha perso i sensi e ha continuato a inalare fumo fino a restare asfissiato.
Secondo quanto si apprende, la tragedia si sarebbe consumata nel pomeriggio. Solo in serata, però, è scattato l’allarme, lanciato dai familiari che non ricevendo notizie di Giovanni si sono preoccupati. Quando i soccorritori sono arrivati sul posto, nulla hanno potuto se non costatarne il decesso.
A Cercemaggiore tutti descrivono Giovanni come una persona umile, un gran lavoratore, sempre sorridente e disponibile. Il paese si è unito commosso alla moglie e al figlio distrutti dal dolore. ppm

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