‘Salasso’ Imu sui terreni della zona industriale di Ripalimosani. Dopo le sollecitazioni del consigliere regionale Michele Petraroia che ha chiesto l’attivazione di un’indagine conoscitiva e un’audizione ad hoc nella Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici di Palazzo D’Aimmo, anche i cittadini del comune alle porte di Campobasso ‘alzano’ la voce. I possessori dei terreni si sono uniti in un comitato – Imu Ripalimosani ,organizzazione non lucrativa di utilità sociale – con l’intento di «tutelare i diritti dei contribuenti e difendersi dai possibili abusi dell’Amministrazione comunale e di promuovere ogni iniziativa utile e necessaria volta a provare l’ingiusto ed eccessivo valore venale deliberato dal Consiglio Comunale». Secondo i cittadini «esiste un oggettiva sproporzione del valore attribuito ai propri beni cher ha determinato un imposta di importo superiore alla ricchezza posseduta».
Ai fini del calcolo Imu, in riferimento alle aree fabbricabili, ricorda il Comitato «la base imponibile è costituita dal valore venale in comune commercio al 1° gennaio dell’anno di imposizione, parametro che non ha in sé la caratteristica della staticità, tipica, invece, della rendita catastale. Per la determinazione del valore venale la legge fa riferimento ad una sene di elementi, come riportati nell’articolo 5, comma 5, del Dlgs 504/1992: ‘avendo riguardo alla zona territoriale di ubicazione, all’indice di edificabilità, alla destinazione d’uso consentita, agli oneri per eventuali lavori di adattamento del terreno necessari per la costruzione, ai prezzi medi rilevati sul mercato dalla vendita di aree aventi analoghe caratteristiche’».
Con tale premessa i cittadini denunciano «le cifre irragionevoli che il Comune di Ripalimosani pretende dagli indignati possessori dei terreni a seguito dell’applicazione dell’aliquota Imu, la massima adottabile per la precisione! Dall’argomentazione emerge che gran parte delle aree sono state acquistate in passato ed ereditate dagli attuali possessori. Gli enormi sacrifici fatti per l’acquisto ed il mantenimento risultano d’un tratto vanificati da una spropositata tassazione innalzata al di sopra di ogni capacità contributiva dei proprietari, i quali, si sentono lesi moralmente ed economicamente».
Nel mirino del Comitato la determinazione del valore venale attribuito alle aree edificabili. «Partendo dal presupposto che per ‘valore venale in comune commercio’ delle aree edificabili si intende il termine giuridico che definisce il ‘più probabile prezzo di mercato’, ovvero quel valore che avrà la maggior probabilità, tra i possibili valori, di segnare il punto d’incontro fra domanda e offerta, in un regime di libera contrattazione di una pluralità di operatori in un dato mercato; il comitato evidenzia che tale definizione non trova riscontro con il valore al metro quadro attribuito dal Comune di Ripalimosani ai terreni interessati poiché ad una tale offerta non esiste domanda».
I cittadini contestano la sopravvalutazione delle aree interessate «poiché il Consiglio Comunale considera esclusivamente il prezzo che scaturisce da un unico atto di compravendita stipulato tra privati ai fini della determinazione del valore imponibile. Il valore è stato dedotto senza aver né intrapreso un’adeguata indagine di mercato, né considerato i criteri valutativi previsti dall’articolo 5, comma 5, del Dlgs
504/1992. Non rispetta così i requisiti di attendibilità ed oggettività richieste dal giudizio di stima. Inoltre, per la formulazione del giudizio estimativo si sottolinea l’aspetto essenziale del ‘principio dell’ ordinari età’ ovvero la condizione che il processo estimale sia attuato in un ambito di normalità, escludendo ogni carattere di eccezionalità. Dunque il valore riportato nell’atto di compravendita al quale il Comune di Ripalimosani fa riferimento è un caso sporadico, in violazione del ‘principio dell’ordinarietà’. Altro elemento da considerare è la crisi del mercato immobiliare che ha investito soprattutto il territorio molisano. Considerato che i prezzi di mercato del prodotto edilizio immobiliare subiscono una riduzione per effetto della crisi settoriale, il valore delle aree fabbricabili risente di un decremento percentuale assai più elevato di quello specifico del prodotto edilizio».
Partendo da queste valutazione ilo Comitato ha inviato una nota al governatore Paolo Frattura, al presidente del Consiglio regionale Vincenzo Cotugno, al presidente della III Commissione Salvatore Ciocca e al sindaco di Ripalimosani, Michele Di Bartolomeo, una nota per sollecitare presso la Commissione Consiliare Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici, l’audizione delle parti, dell’Amministrazione comunale di Ripalimosani, delle associazioni imprenditoriali agricole, artigiane e commerciali del Molise, per poter discutere dell’argomento.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.