L’idea di cancellare l’autonomia della ventesima regione non piace affatto al presidente della Provincia De Matteis che in una nota elenca tutti i motivi per i quali il Molise deve restare regione come tutte le altre. Una riflessione con la quale il vertice di via Roma De Matteis punta il dito contro certi ragionamenti e certe tesi ‘poco condivisibili’.
“Dopo due giorni in cui viene tirata in ballo l’autonomia della regione Molise, – scrive – vorrei spendere due parole ed entrare nel dibattito che mi auguro sia costruttivo. Ogni tanto, vuoi dei parlamentari, vuoi membri del governo nazionale, vuoi economisti, vuoi giornalisti, si ricordano del Molise come esempio di regione da eliminare. Ogni tanto nel parlare di economia, di crisi, di taglio alle spese, leggo ed ascolto dei tuttologi che identificano nel Molise la sede o degli sprechi, o l’inizio da chi partire per sistemare il bilancio dello Stato. Come presidente della Provincia di Campobasso non intervengo a difesa della mia regione per partigianeria o levata di scudi, ma facendo un ragionamento politico, sociale e perché no, obiettivo. Iniziamo dall’ultimo: parlano del Molise perché annovera solo 4 parlamentari? Perché non allargano il discorso a regioni simili alla nostra come la Basilicata, l’Umbria? Forse perché hanno in seno il triplo dei parlamentari e autorevoli membri del governo e sottogoverno a differenza nostra che siamo pochi? Come mai non citano le regioni a statuto speciale, nate decenni fa come la Valle d’Aosta che conta un terzo della nostra popolazione e la metà del nostro territorio? Con questo non voglio chiedere l’abolizione degli statuti speciali per quelle 5 regioni o l’abrogazione di quelle realtà, ma porre l’accento sulla opportunità che se si vuole cambiare la costituzione eliminando la ventesima regione, si potrebbero benissimo eliminare gli statuti speciali e magari creare le macroregioni accorpando, come insiste qualcuno, quattro o cinque macroaree dell’intero Stivale.
Affrontando invece la questione da un punto di vista sociale, credo che una regione come il Molise, non sia un agglomerato di 136 comuni, migliaia di colline, un tratto costiero e tre catene montuose da cancellare con un colpo di spugna. Non credo che la nostra regione sia aggregabile ad altre regioni limitrofe senza una riflessione. Una regione ha una sua storia, una tradizione, dei costumi, delle sfaccettature linguistiche, insomma, il Molise ha cercato a lungo una propria autonomia ottenendola grazie ad una generazione politica di altissimi profili e spessore, imparagonabile per metodi, stile, lungimiranza a tanti governanti attuali. Per questo non capisco accostamenti e tentativi zoppi e ottusi che poco hanno a che vedere con i problemi reali del Paese. Ed in merito al primo ragionamento, quello politico, osservando l’Italia noto che noi rappresentiamo lo 0,2 della popolazione ed il nostro Pil come il nostro debito, non sia l’ago della bilancia oggetto di studi dell’Ue. Pensate che i problemi industriali, del commercio, delle infrastrutture, dei trasporti, pensate che la ripresa economica di questo Stato dipenda dai nostri 800 dipendenti della Regione e dai 20 consiglieri regionali?
L’abilità di una classe politica scaturisce dalla programmazione e dalla piena coscienza delle opportunità di sviluppo e recupero.
Ebbene, se il Molise è una terra che chiede aiuto, che vuole uscire con le sue forze dalla crisi, che chiede strade, fondi e rispetto istituzionale, rispondere che è meglio chiuderla è come uccidere un malato che con le medicine potrebbe guarire. Se invece, e mi fermo, si vuole razionalizzare tutto l’assetto istituzionale, se si vuole fare un ragionamento ampio su Regioni, parlamento, enti locali, ministeri e uffici periferici, allora sono disponibile ad un dialogo costruttivo incentrato sul rispetto e le reali esigenze del Paese. È facile tagliare nel sud quando per decenni risorse su risorse sono state dirottate verso aree che ora vivono momenti meno drammatici dei nostri. Qualcuno purtroppo dimentica, forze volontariamente, che in Italia non vige il regionalismo o il federalismo, ma uno Stato centrale ed amministrazioni periferiche sancite dalla Costituzione. Costituzione ed unità d’Italia per le quali il Molise ha dato un immane sacrificio. Per questi motivi sarò sempre strenuo difensore dell’autonomia della mia Regione, che mai come in questo periodo, va salvaguardata”.

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