Sit in di protesta davanti a Montecitorio degli operatori di polizia locale per rivendicare il riconoscimento di quanto, ogni giorno, svolgono a favore dei cittadini e per la sicurezza del territorio, nei grandi e piccoli comuni. Chiedono a tutti i capigruppo di Camera e Senato di essere ricevuti e hanno sollecitato l’intervento di Anci, Upi e Conferenza delle Regioni.

Da tempo, infatti, il Sindacato confederale chiede di modificare la legge, vecchia di trent’anni, che regola il lavoro degli oltre 60 mila operatori di Polizia Locale. Oggi i vigili urbani si occupano di sicurezza e di tutela del territorio, ma svolgono anche altre molteplici attività: da quella di polizia stradale, amministrativa e urbana, ai controlli in materia di edilizia e ambiente, dal lavoro di polizia commerciale, antiabusivisimo e giudiziaria, alle altre attività strategiche per il buon funzionamento della città.

 

“In questo quadro nazionale complicato, in molti comuni molisani le cose vanno addirittura peggio. Si pensi, per esempio – commenta Pino Marrone, delegato sindacale della UIL, vigile urbano a Campobasso – che nel comune capoluogo il servizio di polizia municipale non è strutturato, non esiste un’efficace organizzazione interna, i ruoli non sono chiari, non è mai stato articolata una chiara funzione di comando, non c’è una vera programmazione del servizio. Questo comporta disfunzioni, la dispersione di risorse strumentali ed una inefficace utilizzazione del personale. Si potrebbero, invece, impiegare risorse (derivanti dai proventi delle multe per il codice della strada) per specifici progetti, per forme di incentivazione a favore dei vigili urbani, con effetti positivi per i diritti dei cittadini e per garantire la sicurezza del territorio. In questi anni non ci sono state nuove immissioni in servizio anche se, in questo settore dell’amministrazione, non opera il blocco del turn over. Il risultato: pochi operatori di polizia locale, male utilizzati e stressati, funzioni svolte in modo carente e inefficace.”

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