Locali e uffici sanificati e 5 dipendenti sottoposti a tampone ed in quarantena. Il cluster greco registrato a Campobasso nella settimana di Ferragosto, dopo che una comitiva di giovani è rientrata in città dopo una vacanza nella penisola ellenica, continua a lasciare strascichi. Questa volta nella sede della Poste centrali di via Pietrunto, dove lavora una familiare di uno dei ragazzi rientrati dalla Grecia. La donna è infatti risultata positiva al Covid, ma nei giorni precedenti al test era in servizio nella sede di Pietrunto. Sono così scattate le operazioni di sanificazione in tutti i locali e negli uffici: la sede è rimasta chiusa solo nel pomeriggio di mercoledì, mentre ieri mattina la sede è tornata aperta al pubblico. La direzione delle Poste ha comunque rassicurato i clienti: la dipendente infatti non lavora negli sportelli a contatto con il pubblico e anche negli uffici sono state rispettate tutte le misure in materia anticovid, ovvero obbligo di dispositivi di protezione individuale, postazioni distanziate e ‘protette’ da plexiglass.
Negli uffici, per altro, il personale era ridotto all’osso visto il periodo di ferie. I 5 dipendenti che hanno lavorato negli stessi orari della donna positiva sono stati sottoposti a tampone ed i risultati saranno resi noti nella giornata di oggi. L’Asrem è comunque al lavoro per ricostruire la catena epidemiologica procedendo, come ormai da prassi, per cerchi concentrici. L’auspicio è che il focolaio greco non si allarghi ulteriormente, ma i dati registrati sia in città sia a livello nazionale invitano ad una riflessione. Lo stesso dg dell’Asrem Oreste Florenzano ha lanciato un monito a chiunque faccia rientro in regione – e non solo dai Paesi a rischio, ovvero Malta, Grecia, Croazia e Spagna, per cui, come da ordinanza del ministro Speranza, è obbligatorio sottoporsi al tampone solo dallo scorso 12 agosto – di segnalarsi anche se attualmente non ci sono obblighi di legge o ordinanze in tal senso. I cluster presenti in Molise sono infatti tutti di importazione o di rientro. Una situazione che si sarebbe potuta scongiurare se tutti avessero agito con maggior buon senso e responsabilità.
Nel frattempo ieri il bollettino diffuso dall’Asrem ha fatto registrare il primo guarito appartenente al cluster venezuelano, il focolaio scoppiato a luglio dopo che la famiglia del Sudamerica, in arrivo dalla Serbia, è stata ospitata dalla parrocchia di Sant’Antonio di Padova. Gli attualmente positivi a Campobasso scendono dunque a 34. Resta un solo ricoverato nel reparto di Malattie infettive del Cardarelli.

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