Un gesto condannato da più parti quello messo in atto nei confronti del giornalista di Telemolise Enzo Luongo, reo di aver compiuto il suo lavoro riportando l’episodio avvenuto due sere fa in via Ferrari che ha visto protagonista un gruppo di pseudo-ultras del Campobasso Calcio.
Mercoledì sera, lungo la strada della movida, alcuni ragazzi sprovvisti di mascherina hanno creato assembramenti e lanciato fumogeni mettendo in allerta passanti e residenti della zona. L’episodio ha richiesto anche l’intervento della Polizia che ha identificato i protagonisti responsabili sia del reato di accensioni pericolose che del mancato rispetto delle norme anti covid.
Ieri mattina, poi, in varie zone della città sono apparsi striscioni offensivi che in queste ore stanno facendo il giro del web, riportanti messaggi che non fanno onore a chi si professa come un pacifico e innocuo sportivo: «Offese, calunnie e presunzione – si legge nel messaggio intimidatorio – questa è la tua informazione». E poi ancora insulti come «infame» e «buffone». Anche su questo episodio sono in corso le indagini della Polizia.
Sul caso è subito intervenuto il sindaco Roberto Gravina che in una nota ha espresso a nome di tutta l’amministrazione comunale solidarietà al giornalista: «Questa mattina (ieri ndr), in diverse zone della nostra città, sono stati segnalati e fotografati striscioni che inneggiano all’odio per un uomo e un giornalista che ha subito questo trattamento e questa vera e propria gogna pubblica, per il solo motivo di essere stato presente in un luogo della città a documentare, come la sua professione richiede, un accadimento che, fra le altre cose, ha comportato l’intervento delle forze di polizia.
Campobasso non può restare in silenzio dinanzi ad un atto del genere.
L’Amministrazione comunale tutta – aggiunge – rifugge da atteggiamenti che, oltre ad essere lesivi dell’immagine di un singolo professionista, sono lontani anni luce dallo spirito e dall’anima della nostra intera comunità cittadina.
Ad Enzo Luongo, nonché alla testata di Telemolise – conclude Gravina -, va la solidarietà non solo delle istituzioni, ma quella di tutta la città e, come è giusto che sia, toccherà agli organi preposti indagare in merito a quanto accaduto e accertare le responsabilità che emergeranno».
Anche il segretario del Pd Vittorino Facciolla ha fermamente condannato l’episodio: «È inaccettabile l’attacco che il professionista sta subendo solo per aver fatto il suo dovere di cronista, per aver raccontato tramite un servizio video i fatti che si sono svolti a Campobasso e che hanno visto la presenza di tifoserie ultras da un lato e forze di Polizia dall’altro.
Sono certo che gli inquirenti stanno svolgendo al meglio il loro lavoro e che troveranno i responsabili di un gesto così vigliacco così come sono certo che, solo se ognuno di noi cittadini e istituzioni, smetterà di far finta di non vedere ed inizierà a condannare simili atteggiamenti, allora sì che potremo sperare in un futuro migliore per i nostri figli. Al giornalista Enzo Luongo e al Telemolise va tutta la solidarietà del Partito Democratico del Molise».
A prendere le distanze infine anche il capogruppo della Lega a Palazzo San Giorgio, Alberto Tramontano, che ha voluto esprimere «viva solidarietà nei confronti del giornalista, vittima di una indegna e vigliacca intimidazione.
La libertà di stampa è uno dei principi cardine della Repubblica italiana – commenta Tramontano – e non può essere messo in discussione da pochi vigliacchi facinorosi.
Solidarietà anche all’emittente Telemolise che – conclude – , insieme alle altre testate giornalistiche locali, rappresenta un baluardo per l’informazione libera nel nostro territorio».

 

Ordine e sindacato stigmatizzano l’accaduto: episodio inqualificabile, la nostra solidarietà al collega

Non è mancata, inoltre, la solidarietà da parte del sindacato dei giornalisti: l’Associazione della stampa del Molise, infatti, ha voluto esprimere «vicinanza al collega Enzo Luongo, alla sua famiglia e all’emittente Telemolise, per le scritte minacciose comparse questa mattina a Campobasso nei pressi della redazione centrale della televisione, dell’abitazione del giornalista e in diversi quartieri della città.
Luongo ha riportato in un servizio la testimonianza di quanto accaduto due sere fa, in via Ferrari, in pieno centro del capoluogo, quando alcuni sostenitori del Campobasso Calcio, senza mascherina, hanno dato vita ad assembramenti e acceso fumogeni, rendendo la strada impraticabile e spaventando le persone presenti nella zona. Cori, minacce e comportamenti incivili perpetrati anche in presenza delle forze dell’ordine, accorse dopo la segnalazione».
Il sindacato dei giornalisti, oltre a stigmatizzare l’accaduto, sollecita il Comune di Campobasso e le autorità a rafforzare la vigilanza a tutela dell’ordine pubblico e dell’incolumità dei cittadini.
«Auspichiamo che i responsabili degli accadimenti, soprattutto gli autori delle minacce nei confronti di Enzo Luongo e di Telemolise, siano identificati al più presto – le parole del presidente dell’Assostampa del Molise, Giuseppe di Pietro –. Nel caso di una eventuale contestazione penale, preannuncio che saremo parte del processo con la costituzione di parte civile».
Vicinanza e solidarietà nei confronti del professionista sono state espresse anche dall’Ordine dei giornalisti del Molise. In una nota la presidente Petta e i consiglieri nazionali Cimino e Santimone
commentano così l’increscioso episodio: «Certi atteggiamenti non devono trovare terreno fertile, e vanno condannati in maniera decisa – spiegano -. Le minacce al collega Enzo Luongo sono inqualificabili. Ci auguriamo che i responsabili siano identificati perché si tratta di un atto inaccettabile che non deve restare impunito. È necessaria la massima attenzione per garantire la libertà di stampa e il diritto dei cittadini di essere informati. Per questo esprimiamo piena e incondizionata solidarietà al collega Enzo Luogo e alla redazione di Telemolise per i gesti intimidatori compiuti dopo la realizzazione e messa in onda di un servizio di cronaca. Queste persone non riusciranno a far indietreggiare nemmeno di un millimetro tutti i colleghi e le testate impegnati a garantire una corretta e libera informazione. L’ordine sarà sempre al loro fianco perché i social non possono essere considerati una zona franca. Le regole dello stato di diritto vanno rispettate anche in rete. L’emergenza nel settore dell’informazione rappresenta l’emergenza “democrazia”. Per questo nessuna minaccia e nessuna intimidazione, nessuna forma di degrado culturale potranno mettere a tacere giornali e giornalisti. Non resteremo fermi dinanzi alla prepotenza di chi tramite i social media, minacce e frasi scritte tenta di chiudere la bocca o limitare la penna dei giornalisti».
Vicinanza unanime anche dai colleghi: il Cdr della Tgr Molise «espresso la propria solidarietà al collega Enzo Luongo, vittima di minacce e attacchi inqualificabili. Il diritto alla critica non può né deve mai tradursi in violenza, anche se verbale».
Al collega Luongo la piena e incondizionata solidarietà degli editori, dei direttori e dei giornalisti di Primo Piano Molise e Teleregione.

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