In contorni della vicenda sono ancora poco chiari, ma con il passare delle ore il caso del presunto insulto razzista nei confronti di un bambino straniero si sta sgonfiando.
Secondo quanto riportato dalla madre del piccolo, una donna di origine ghanesi che da anni vive e lavora a Campobasso, il figlio, giovedì 24 settembre, ha preso l’autobus in via XXIV Maggio per recarsi a scuola. Una volta salito a bordo, avendo dimenticato di indossare la mascherina, sarebbe stato ripreso dell’autista. «Mettiti la mascherino, negro», la frase che gli avrebbe rivolto.
Sulla vicenda la Seac ha immediatamente avviato una indagine interna, anche dopo i chiarimenti chiesti dall’amministrazione comunale. Il presidente Costantino Potena ha parlato con l’autista che era di turno quel giorno sulla corsa utilizzata dal piccolo: «Una storia incredibile – ha commentato il presidente dell’azienda che gestisce il trasporto pubblico in città – il dipendente, appena letta la notizia, mi ha immediatamente telefonato per smentire categoricamente l’accaduto. Ma al di là delle parole del dipendente, che io conosco ed è una bravissima persona e un lavoratore serio – ci tiene a sottolineare Potena – ho avuto modo di parlare anche con i genitori del bambino. Ho mostrato loro la foto dell’autista di turno quel giorno e non l’hanno riconosciuto, non è lui. Per altro la descrizione che mi hanno fornito non corrisponde a nessuno dei nostri dipendenti. Insomma, troppe incongruenze». Per il presidente della Seac si tratterebbe di un caso montato ad arte.
Intanto arriva anche la condanna, qualora la vicenda fosse accertata, dei sindacati dei trasporti. «Abbiamo appreso anche noi da un quotidiano on line del Molise, di un riprovevole e intollerabile atto di razzismo che si sarebbe verificato a bordo di un autobus del servizio urbano di Campobasso e che avrebbe interessato un bimbo di appena 10 anni cui sarebbero stati indirizzati insulti a sfondo razziale.
L’atto, chiaramente se accertato nei fatti, è da condannare senza se e senza ma. Non esistono giustificativi di fronte ad un simile gesto e il nostro essere sindacato a tutela dei lavoratori dei trasporti non potrà mai e in alcun modo portarci a difendere chi eventualmente si fosse reso protagonista di affermazioni deplorevoli e vergognose.
Ci permettiamo soltanto di sollecitare con la massima urgenza, chi di dovere, ad accertare le eventuali responsabilità su quanto accaduto e che si è verificato in un paese nel quale purtroppo, assistiamo da tempo a questi inaccettabili fenomeni di intolleranza favoriti peraltro anche da decisioni discutibili di alcune Procure come quella di Macerata che proprio di recente ha stabilito che “non è un insulto razzista definire negra una persona di colore”.
Per quanto ci riguarda invece l’insulto razzista (ripetiamo, se accertato) merita una condanna e un provvedimento esemplare anche a tutela degli stessi lavoratori della Seac che non hanno nulla a che spartire con simili gesti».

Un Commento

  1. Aldo Polcini scrive:

    E’ tutta una farsa per screditare gli autisti della SEAC che fanno il loro lavoro mentre molti “signori” immigranti fanno il bello e il cattivo tempo sugli autobus cittadini in particolar modo la linea dell’UNO NERO (di nome e di fatto!) sempre piena zeppa di neri!!

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