Ancora una volta il centro molisano più colpito, una ‘costante’ negli ultimi dieci giorni. Ieri Campobasso ha registrato altri 14 positivi al Covid. In merito all’impennata di casi circolano due correnti di pensiero. Secondo alcuni è da imputare alla riapertura delle scuole – e i diversi casi registrati all’interno degli istituti cittadini ne è una prova – con il fisiologico aumento della circolazione, ad esempio, sui mezzi pubblici. Secondo altri invece è il risultato della settimana di Pasqua quando, complici anche i rientri dei cosiddetti ‘fuori sede’, c’è stato un generale abbassamento della guardia, con cene e pranzi allargati anche a persone non conviventi o parenti stretti. Non è di questo parere, però, il questore di Campobasso Giancarlo Conticchio che nelle ultime settimane ha riscontrato un sostanziale rispetto delle regole.
«Il comportamento del campobassano è stato esemplare durante le feste pasquali – le parole del numero uni di via Tiberio – non abbiamo rilevato criticità nonostante i controlli capillari e mirati anche nei luoghi canonici di ritrovo. Anche perché ormai da mesi, quando si verificano assembramenti o feste private, i cittadino sono abituati a segnalare e chiedere l’intervento delle forze di Polizia. Durante la settimana santa non sono arrivate chiamate al centralino. Quindi ritengo che questo aumento di casi sia un fatto fisiologico dovuto ad altro, ma devo dire che comportamenti scorretti non ne abbiamo rilevati».
Il questore è però già proiettato al 26 aprile quando, zona gialla permettendo, partiranno le graduali riaperture anche a Campobasso. «Abbiamo già pianificato un potenziamento dei controlli, sia delle persone che degli esercizi pubblici, sulla falsa riga di quanto fatto dopo il primo lockdown. Ma quello che mi preme comunicare è che la Polizia non deve essere per forza repressiva, io confido nel senso di responsabilità delle persone. Noi dobbiamo certamente attenzionare il problema ma il cittadino deve fare la sua parte. Io se vedo un locale affollato, non entro. Questa deve essere la ratio. Riacquistare pian piano le libertà ma con prudenza, utilizzando dispositivi di protezione e distanziamento. Certo, ci sono delle situazione in cui sarà più difficile, penso ad esempio alla riapertura degli stadi l’11 giugno. Bisognerà capire in che modo farlo, perché la calca di persone all’ingresso e alla biglietteria ci sarà. Quindi anche quando ci sarà la possibilità di tornare allo stadio, evitiamo di stare uno dietro l’altro e distanziamoci. Sono fiducioso che in questo modo presto torneremo a quella normalità che manca a tutti noi, ma serve ancora un ultimo sforzo.

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