Era l’aprile del 2019 quando la giunta Battista presentò alla cittadinanza quello che venne definito un passo fondamentale per la sicurezza dei cittadini, costato complessivamente 2 milioni di euro, circa 600mila euro solo per il capoluogo. Parliamo delle telecamere previste nel Patto per la Sicurezza, progetto avviato e concluso dalla Regione sotto il governo di Paolo di Laura Frattura che ha toccato 11 comuni molisani, quelli superiori a 5.000 abitanti. Un provvedimento spacciato per ‘risolutivo’, soprattutto nel capoluogo di regione dove alcuni episodi di cronaca (come i furti nelle scuole e lo spaccio di droga) richiedevano necessariamente il supporto di un sistema di videosorveglianza che, oltre a fungere da deterrente, aiutasse le forze dell’ordine nelle indagini.
Quello che accadde nei mesi successivi è noto: le 120 telecamere installate a Campobasso vennero consegnate dalla ditta aggiudicatrice dell’appalto in ‘modalità test’, ovvero non ancora del tutto funzionanti. Inoltre, come mise nero su bianco l’amministrazione Gravina – che si trovò ‘la patata bollente’ tra le mani una volta insediata – in una nota inviata alla Regione, il progetto dal punto di vista tecnologico non era adatto alle infrastrutture esistenti in città. Problemi legati soprattutto alla connessione internet che all’epoca non poteva ancora contare sulla fibra.
Il caso fece molto rumore in città, come pure negli altri comuni molisani toccati dal Patto per la sicurezza, tanto da finire su Striscia la Notizia. Il sindaco Gravina, pur non avendo alcuna responsabilità riguardo al progetto, garantì di mettere in campo tutte le azioni necessarie per risolvere il problema, annunciando al contempo l’installazione di altre 21 telecamere di migliore qualità rispetto a quelle esistenti, non connesse sulla rete Wi-Fi e in grado di fornire immagini visionabili ogni qual volta le autorità di polizia ne avranno bisogno e ne faranno richiesta.
Ora, a distanza di due anni, e soprattutto con l’arrivo della fibra a Campobasso, qual è lo stato dell’arte?
Purtroppo il sistema di videosorveglianza non è ancora al 100%. Rimangono criticità innanzitutto sulla qualità delle immagini che le telecamere inviano alla sala operativa di via Toscana, oltre ai problemi legati alla connessione. Sul punto l’amministrazione comunale sta continuando a muoversi. Proprio all’inizio di aprile il sindaco ha incontrato i vertici dell’azienda ed i progettisti per arrivare finalmente ad una soluzione definitiva. «C’è da evidenziare che rispetto ad un anno fa – ha precisato Gravina – le telecamere in città sono attive e funzionanti, ma il sistema presenta ancora molte falle. Abbiamo dato il nostro aut aut alla società chiedendo formalmente una modifica del progetto. Non solo. Pur non essendo l’amministrazione comunale responsabile del Patto per la sicurezza, abbiamo comunque dato la nostra disponibilità alla società di appoggiare parte degli impianti di videosorveglianza alla fibra del comune, dunque a nostre spese. Questo in attesa della modifica del progetto che auspico si concretizzerà a breve. Ovviamente pretendiamo che d’ora in avanti non ci siano altri intoppi e che l’impianto ci venga consegnato collaudato e pienamente funzionante».

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