La povertà in provincia di Isernia è ai massimi storici: sono migliaia gli indigenti assoluti. La Caritas Diocesana di Isernia-Venafro, in questo periodo di forte emergenza, non si ferma rimanendo vicino ai tanti nuclei familiari appartenenti alle varie forme di povertà. I volontari stanno cercando di venire incontro alle richieste di aiuto di persone alle prese con vecchie e nuove difficoltà. La fame, o meglio l’insicurezza alimentare, investe fasce di popolazione sempre più estese. A farne le spese sono i più vulnerabili, le famiglie numerose, con figli piccoli.
Lo confermano anche i dati Istat: oltre il 45% delle famiglie di povertà assoluta ha figli minori. E oggi è proprio la povertà la grande urgenza del territorio che rischia di precipitare ancor di più in uno scenario che si pensava fosse relegato al passato: quello della fame.
La Caritas è in prima linea per dare un aiuto concreto a tante famiglie. Ma c’è bisogno anche di altri interventi di cui dovrebbero farsi carico non solo le organizzazioni del Terzo Settore ma anche e soprattutto le istituzioni – Comune, Provincia e Regione – affinché la crisi globale non abbia effetti pesanti sulla vita delle persone più vulnerabili.
Secondo dati molto attendibili in provincia di Isernia una persona su quattro è a rischio povertà o meglio si trova ai margini della povertà potendo contare su un reddito inferiore agli 830 euro mensili che viene individuata come somma mediana. Oggi ci sono tante fragilità, acuite dai disastrosi effetti della pandemia ancora in corso e dalle ripercussioni della guerra in Ucraina. Il centro di ascolto della Caritas di Isernia-Venafro, in questi ultimi tempi, ha triplicato l’intervento su persone che hanno chiesto aiuto. Non si tratta sempre di nuovi poveri ma anche persone che oscillano tra il dentro e fuori lo stato di bisogno. Occorre mantenere fermo questo impegno in un momento in cui, causa il caro energia, la povertà sarà ancora più dura, ancora più pesante e rischia di generare ancora più povertà in quelle fasce dove nessuno pensava prima d’ora sarebbe entrata. Ma ci sono anche persone che con molta dignità vanno avanti da sole. Come il caso di un’anziana incontrata in un locale di Isernia mentre acquistava una torcia.
«Percepisco una pensione di 500 euro al mese. Con questi soldi devo mangiare, pagare le bollette e altro. Mi è arrivata una bolletta dell’energia elettrica di 95 euro. Ditemi come faccio a pagarla. Prima che scoppiasse la guerra pagavo sempre 20 euro al mese. Non ho il televisore. Mi sono decisa a comprare una torcia a batterie. La accendo di sera evitando di usare la corrente. Se non faccio così rischio di non mangiare».
Una storia che descrive la situazione attuale di molte persone soprattutto anziane che vivono con una piccola pensione. È una situazione preoccupante che deve spingere ad aiutare tante persone che richiedono solidarietà ma anche risposte rapide. La crisi energetica e gli aumenti dei costi accentueranno i casi di povertà estrema. Per questo occorre essere più fermi e trovare una soluzione.
ppm

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