Si ribalta lo schema consueto, nel piccolo centro della provincia di Isernia. Di solito, i cittadini si schierano con il parroco quando questo è in odore di trasferimento. A Roccasicura, invece, la comunità contesta una scelta operata proprio dal sacerdote e sembrerebbe propensa a preferire che il sacerdote cambi aria: colpa della decisione di sottrarre l’oratorio alla comunità, ai bambini e agli adolescenti e anche al volontariato. «Un episodio che richiama l’attenzione sulla responsabilità degli adulti nella tutela delle giovani generazioni – spiega la consigliera di maggioranza Angela Lombardi -. La vicenda in questione assume un’elevata rilevanza etica quando la decisione proviene da un membro del clero, la cui vocazione è intrinsecamente connessa ai valori di fede, amore e carità». I fatti li ricapitola proprio la consigliera. «Roccasicura ha perso recentemente una risorsa di inestimabile valore per la sua comunità: l’oratorio. Questo luogo di aggregazione, dedicato ai bambini e agli adolescenti, è stato privato alla comunità a causa della decisione del prete del paese, il quale ha ritenuto che le attività svolte non potessero più essere considerate parte integrante di un oratorio. È importante sottolineare – rimarca Angela Lombardi – che il prete del paese non è mai stato visto durante le attività dell’oratorio, sollevando interrogativi sul suo effettivo coinvolgimento con i giovani roccolani. Tuttavia, ciò che è innegabile è che l’oratorio è stato un pilastro della comunità per sei anni, grazie all’impegno incessante di due donne volontarie, motivate da dedizione e passione, che hanno creato un ambiente di aggregazione e crescita per i giovani del paese. La decisione del sacerdote di Roccasicura ha generato profonde riflessioni in paese, mettendo in evidenza una mancanza di protezione e guida da parte degli adulti, in particolare da parte di coloro che sono investiti di un ruolo di rilevanza spirituale. In comunità di piccole dimensioni come Roccasicura, la priorità dovrebbe essere assicurare il benessere e lo sviluppo armonioso delle giovani generazioni. Questo richiede la promozione di valori quali solidarietà, responsabilità e amore. L’oratorio, come luogo di aggregazione, ha svolto in modo esemplare questo compito, offrendo un ambiente propizio per l’apprendimento, la socializzazione, la crescita personale, la collaborazione e il rispetto reciproco. La decisione unilaterale del sacerdote di privare la comunità di Roccasicura del proprio oratorio ha sollevato interrogativi morali profondi. Invece di preservare un ambiente che rappresenta un solido punto di riferimento, la priorità sembra essere stata data a considerazioni personali, a scapito del benessere e del futuro dei giovani roccolani e delle loro famiglie.
La relazione tra un sacerdote e la comunità che lo accoglie dovrebbe essere basata sulla fiducia, il rispetto reciproco e la comprensione delle esigenze della comunità locale. Questo rapporto simbiotico richiede una consapevolezza profonda sull’importanza di ascoltare le istanze e le necessità delle comunità locali, e di considerarle attentamente nelle decisioni prese. Il caso dell’oratorio di Roccasicura mette in luce come questa relazione possa essere messa in discussione quando il rispetto per la comunità e la sua storia viene trascurato. L’episodio rappresenta un esempio significativo di come la relazione tra adulti e giovani possa essere compromessa quando si minimizza il valore della comunità locale e del suo patrimonio storico. L’oratorio non è un caso isolato, ma piuttosto un esempio della necessità di difendere tali iniziative e riconoscere l’importanza cruciale del volontariato che anima molte comunità. La protezione di queste attività è fondamentale per la formazione di cittadini responsabili, solidali e coesi. La decisione di mettere in discussione queste iniziative e valori da parte di figure che dovrebbero guidare e proteggere le comunità pone una sfida etica di notevole portata. Sorge l’interrogativo su come gli adulti, e in particolare i membri del clero, possano preservare il tessuto sociale e i valori che dovrebbero essere al centro della loro missione. Superato il naturale sconcerto scaturito da questa decisione, auspichiamo che si possa intraprendere un nuovo percorso per la struttura dedicata ai giovani di Roccasicura. Il valore di qualsiasi luogo di aggregazione non risiede nella sua denominazione, ma nella sua capacità di promuovere un’atmosfera in cui i principi di convivenza, condivisione e solidarietà possano prosperare». Roccasicura sarà in grado di perseguire il suo cammino verso il benessere comunitario con determinazione, anche senza il supporto del sacerdote».

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