È uno dei luoghi più suggestivi del Molise che ogni anno richiama migliaia di appassionati della montagna. Da qualche giorno, però, la falesia della Morgia Quadra a Frosolone è chiusa. Lo ha stabilito, con apposita ordinanza, il sindaco Felice Ianiro. È stato infatti disposto il «divieto di utilizzo del sito all’attività spontanea dell’arrampicata sportiva, fino alla realizzazione dei necessari interventi, al fine di tutelare e salvaguardare la pubblica e privata incolumità».
Interventi che si rendono necessari per ragioni di sicurezza e messi nero su bianco in una recente delibera di Giunta. «Nel corso degli ultimi decenni – si legge nell’atto dell’esecutivo – , senza che le varie amministrazioni succedutesi nel tempo avessero riservato la benché minima attenzione alla tutela del sito, del suo microclima, delle specie vegetali e animali che ivi vegetano e vivono, hanno di fatto consentito che sulla falesia fossero realizzate innumerevoli vie ferrate per arrampicate, in alcuni casi ex abrupto, senza alcun tipo di regolamentazione e controllo sia al fine di garantirne l’utilizzo in sicurezza, sia per quanto attiene la tutela ambientale del sito, rientrante tra le aree Sic». Per questo l’amministrazione ritiene «ineludibile per un verso tutelare e preservare sotto il profilo ambientale il sito e per altro concorrere allo sviluppo delle attività sportive in Falesia in piena sicurezza». Secondo i componenti della giunta dunque «appare necessario e non più rinviabile verificare e mappare gli interventi effettuati, accertare e certificare la conformità a legge degli itinerari realizzati, regolamentare l’accesso e l’esercizio delle pratiche sportive praticabili; – che la verifica, l’accertamento e la certificazione della conformità a legge delle attuali vie ferrate può essere affidata ad un’equipe di professionisti». Una decisione, forse arrivata anche alla luce dell’incidente accaduto la scorsa settimana, che viene duramente contestata dagli scalatori. «Siamo contrari a questa scelta – ha affermato Pietro Radassao dell’associazione ‘L’Arpiglio’ di Campobasso – perché il Comune non ha contattato le associazioni, presenti da 40 anni sulla Falesia e che hanno ‘chiodato’ le vie». Timori poi sono legati alla possibile decisione di rendere l’area a pagamento. «Sono gli scalatori che rendono possibile l’utilizzo della falesia. E quindi non è giusto pensare di ‘fare cassa’ sul lavoro fatto da altri. L’incidente che ha spinto il sindaco a chiudere l’area non è stato causato dallo stato di sicurezza degli itinerari.
Per questo – conclude – chiediamo la revoca dell’ordinanza con cui è stato vietato l’accesso all’area e un confronto immediato con il Comune. Ci sono aspetti del progetto che vanno chiariti – ha concluso lo scalatore -, anche perché si tratta di una zona Sic e quindi a nostro avviso alcuni degli interventi previsti non sono realizzabili».

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