Ancora disagi per gli utenti delle Poste a seguito delle misure adottate lo scorso mese di marzo per fronteggiare l’emergenza legata alla diffusione del coronavirus. Dopo il lockdown, infatti, in alcuni casi, il servizio non è stato ancora riattivato pienamente. Accade per esempio a Isernia, dove resta chiuso lo sportello di corso Marcelli. L’altro giorno la protesta dei cittadini, che hanno chiesto – tra l’altro – l’intervento dell’amministrazione comunale. Immediata la risposta del sindaco Giacomo d’Apollonio e del suo vice Cesare Pietrangelo.
«Il Comune – affermano – si è già attivato affinché si giunga subito alla sua riapertura, ritenendola fondamentale per le esigenze dei cittadini che vivono nella parte antica della città».
A tal fine, d’Apollonio e Pietrangelo hanno contattato il responsabile dell’Area Centro di Poste Italiane, dottor Andrea Bellissimo, il quale li ha informati che l’azienda postale intende valutare le opportune soluzioni al problema, nell’ottica d’una rapida riattivazione del servizio.
Il sindaco e l’assessore assicurano che continueranno a sollecitare la riapertura dell’ufficio postale del centro storico, e sono fiduciosi che possa tornare presto a funzionare, così com’è accaduto, a seguito d’un loro specifico intervento, per l’ufficio postale del quartiere San Lazzaro dopo il lockdown.
Da Isernia a Roccamandolfi dove da mesi il sindaco Giacomo Lombardi e la sua amministrazione chiedono il ripristino degli orari di accesso al pubblico ante Covid. Un vero e proprio braccio di ferro, ma al momento i disagi restano. Per questo il primo cittadino ha annunciato una nuova forma di protesta. «A seguito del perdurare dei disservizi postali e dell’assoluta inerzia da parte di Poste Spa – evidenzia Lombardi – il Comune di Roccamandolfi invierà a partire da oggi e per ogni giorno avvenire a Poste Spa e per conoscenza alla Prefettura di Isernia una missiva di formale protesta verso l’azienda per la situazione vergognosa creatasi con l’alibi del Covid ed a oggi ancora irrisolta. Quanto sta succedendo è davvero grottesco ed inaccettabile!».
Il problema, più volte sollevato, è che con una riduzione degli orari di apertura al pubblico diventa davvero complicato garantire il rispetto delle misure in atto contro la diffusione del coronavirus. Perché diventa impossibile il formarsi di lunghe code davanti all’ufficio postale. «La paventata regolare erogazione di tutti i servizi postali – ha più volte evidenziato il sindaco – è in realtà una chimera, in quanto il protrarsi di lunghe le davanti all’ufficio postale, oltre a creare i ripetuti assembramenti segnalati, che il sottoscritto e il Corpo di Polizia municipale non riescono comunque a contenere viste le ridotte dimensioni della piazza antistante le Poste, si riverberano anche sulla gestione dei servizi offerti. Sono infatti sempre più le persone che decidono di scegliere altri Uffici postali limitrofi per compiere le ordinarie operazioni allo sportello, non potendo sottrarre intere mattinate all’attività lavorative per stare ‘in fila’ o non riuscendo a reggere fisicamente estenuanti attese».

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