Silenzioso, riservato, dal tono di voce misurato e sempre gentile. Ma Bruno Esposito è un combattente, che non si arrende e che vuole far valere le ragioni di 60 famiglie che aspettano che finalmente nel capoluogo di provincia possa aprire il Centro diurno per pazienti Alzheimer.
La sua protesta silenziosa non si ferma: davanti al Consiglio regionale (anche di lunedì, visto che il giorno canonico per i lavori dell’Aula da qualche settimana non è più il martedì), in presidio davanti all’ingresso della Giunta regionale quando viene a conoscenza di appuntamenti, incontri. Si piazza lì e con la sua presenza diventa il simbolo di promesse mancate, impegni disattesi, tempi dilatati oltre l’umana sopportazione per assumere una decisione.
Quando ha letto le dichiarazioni rilasciate a margine dell’incontro, tenutosi a Palazzo Vitale, con il sindaco Castrataro e la giunta comunale, è sobbalzato dalla sedia.
«Il centro diurno a Isernia, in attesa di locali idonei? Ma ci sono già, il Comune li ha messi a disposizione e non è un segreto – racconta -. Per questo ho inteso contattare di nuovo il direttore generale dell’Asrem. L’amministrazione comunale ha proposto come sede per il centro diurno il piano terra di Palazzo De Baggis, come voi di Primo Piano avete riportato più volte. Locali idonei, che rispettano le linee guida per i pazienti Alzheimer e che sono disponibili. Non capisco perché si parli ancora di locali idonei e quindi si perda tempo».
Bruno Esposito, presidente dell’associazione «Non ti scordar di me» che raggruppa 60 famiglie nelle quali la demenza è entrata in maniera prepotente, ricorda che il palazzo messo a disposizione dal Comune si trova in una zona centrale e soprattutto non ha nulla a che fare con gli ambienti ospedalieri. Tema questo non secondario per chi soffre di questa patologia. Un luogo facile da raggiungere, privo di barriere architettoniche e, altro aspetto questo assolutamente prioritario, dotato di un cortile. Un’area giardino dove poter organizzare le diverse terapie che si svolgono outdoor per i pazienti Alzheimer. Insomma, perché perdere tempo a cercare locali adatti quando questi ci sono già, sono stati ufficialmente comunicati come disponibili?
«Assistiamo al solito scaricabarile, la mano destra fa finta di non sapere quello che fa la mano destra – sbotta, ma sempre con toni moderati e gentilezza -, io credo che sia finito il tempo di giocare sulla malattia, su chi si prende cura di genitori che ormai non riconoscono più i figli, dei care givers che chiedono solo di poter avere le stesse opportunità che sono possibili a Campobasso dove un centro diurno c’è ed è funzionante. Come ho detto altre volte – ricorda – i fondi ci sono, manca la volontà».
Bruno Esposito sarà di nuovo davanti a Palazzo D’Aimmo nel giorno in cui sarà convocato il Consiglio regionale. Silenzioso, rispettoso dell’Istituzione ma ugualmente determinato a far sentire la presenza di 60 famiglie che aspettano. Da troppo tempo.
ls

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