“Nessuno potrà più nascondersi”. Il voto politico del 25 settembre chiarirà tutto: pesi, equilibri, rapporti di forza e Umberto Di Giacomo, capogruppo di Volt al Consiglio comunale di Isernia, è convinto che le urne in autunno «saranno un decisivo catalizzatore di trasparenza. Capiremo – spiega – anche molto su ciò che accadrà in Molise qualche mese dopo, alle regionali. Questo perché la caduta del governo ha messo in moto una serie di processi che non si fermeranno al Parlamento, ma cambieranno i rapporti di forza a tutti i livelli istituzionali. La campagna elettorale è già partita e ognuno sta cercando di trovare il proprio posto nel mondo, con una costante che accomuna tutti: la figura di Mario Draghi».
Crede che il presidente del Consiglio uscente potrebbe rivendicare un ruolo politico e scendere nella mischia?
«Non credo, ma anche rimanendo fermo sarà lui il tema centrale di questa insolita corsa estiva alle urne, ci si dividerà tra Draghi sì e Draghi no. Del resto – ragiona Di Giacomo – è evidente come tutti si stiano già muovendo. Il Partito democratico ha scelto di accreditarsi come una forza in grado di proseguire l’agenda del presidente del Consiglio, lo stesso stanno facendo Carlo Calenda, Di Maio e i renziani. Ci sono molti movimenti, c’è tutta un’area di centro che inizia ad accogliere esponenti di diverse estrazioni, perfino forzisti purosangue come Gelmini, Carfagna e Brunetta, che hanno lasciato Berlusconi e traghetteranno, a mio parere, in questa zona ‘bianca’, sullo stile della vecchia idea del ‘Partito della Nazione’, che è sempre stato un sogno di Matteo Renzi. Chissà se dal centro guarderà a sinistra… Dall’altra parte c’è il vecchio ‘polo’ formato da Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega, che batteranno forte sulla distinzione tra la loro idea di Paese e quella voluta da Draghi, che verrà presentato come il banchiere cattivo che ha alzato il prezzo della benzina. È ovvio – prosegue Di Giacomo – che la situazione è un po’ più complessa, ma visti i tempi stretti della campagna elettorale sarà il messaggio semplice, chiaro, di pancia, quello che pagherà di più in termini di consensi. Avete visto già Salvini in modalità liturgica, circondato da santi e madonne in un’intervista? Ecco, nel suo stile comunicativo grossolano si sta accreditando presso un tipo di elettorato. Ci riuscirà? Vedremo…».
E Giuseppe Conte?
«Credo che Conte abbia commesso un grosso errore di valutazione, frutto di ingenuità politica e probabilmente scarsa esperienza. Ha alzato la palla al trio Berlusconi-Meloni-Salvini, i quali non si sono fatti pregare e hanno schiacciato. Il ‘draghicidio’, nella percezione diffusa, non è stato quindi commesso dal Movimento 5 stelle, ma dal centrodestra, che quindi rivendicherà anche questo, dal suo punto di vista, successo. Credo che alla fine il Movimento 5 stelle pagherà sia le scissioni interne sia questo sbaglio strategico».
Di Giacomo, diceva che le politiche chiariranno anche molto sulle regionali molisane del prossimo anno, come?
«Sicuramente per quello che riguarda le alleanze tra le forze politiche, ma soprattutto per il peso elettorale di ogni partito. È chiaro che ogni voto è a sé e molto dipenderà dai nomi in campo, ma a fine settembre avremo un quadro relativamente chiaro della situazione consensi. Sarà una sorta di sondaggio ufficiale, di buonissima attendibilità. A quel punto, numeri alla mano, ognuno potrà fare le proprie valutazioni, rivendicare leadership o prendere la calcolatrice e fare due conti…».
Chi vincerà le politiche porterà a casa anche le regionali?
«Come dicevo i due voti sono molto diversi, anche perché tutto dipende dai nomi che verranno messi in campo. È chiaro che una campagna elettorale per le regionali portata avanti con il sostegno di un governo ‘amico’ rende tutto più semplice, ma qui in Molise abbiamo una situazione molto particolare. C’è un presidente della Regione che cerca da mesi disperatamente una conferma, della sua maggioranza non lo vuole praticamente nessuno, la cosa triste è che prima chiedeva la ricandidatura a governatore, negli ultimi giorni parla di Parlamento, come se fosse indifferente il ruolo, basta che ci sia una poltrona. È un modo di intendere la politica, a mio parere, totalmente sballato. Il messaggio che ci sta trasmettendo è: “Non importa come, basta che mi sistemo”. E i molisani? E questo territorio? Già non sono stati cinque anni memorabili, è ingiusto che i cittadini vengano strumentalizzati con tale spocchia. Per rispondere alla domanda, chi vincerà? Alle politiche vedo un centrodestra più attrezzato, nel contempo spero che le forze dell’area di centrosinistra sappiano impostare una campagna elettorale chiara, diretta, senza fronzoli, per evitare di lasciare il Paese in mano al populismo salviniano. Per le regionali c’è ancora troppa confusione, è presto e ne riparliamo a fine settembre…».
Isernia. Come amministrazione avete iniziato una lunga battaglia per riavere la sede di Infermieristica, si è mosso qualcosa?
«La vicenda di Infermieristica è annosa e molto complicata, con responsabilità a diversi livelli. Quello che posso dire è che serve una soluzione politica, perché è la politica l’unica a poter intervenire. Se nulla si è mosso finora è perché c’è una mancanza di volontà politica, naturalmente a livello istituzionale superiore al nostro comunale. Una cosa è certa: Isernia ha subìto e continua a subìre schiaffi, nel silenzio generale dei locali rappresentanti regionali, che siedono anche in giunta a Campobasso. Questo spero che i cittadini lo ricordino, quando andranno a votare».

ppm

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