Un bambino definito ‘troppo vivace’ sul quale scaricare rabbia, cattiveria, violenza. E per il piccolo, di soli 4 anni, la strega cattiva delle favole avrebbe avuto per mesi le sembianze dell’insegnante della scuola dell’infanzia di San Lazzaro che dal 18 settembre è stata sospesa per 4 mesi dall’insegnamento.
Misura adottata dal gip presso il Tribunale che ha accolto la richiesta dell’ufficio di Procura della Repubblica formulata a seguito delle indagini coordinate dal procuratore della Repubblica Carlo Fucci e dirette dal sostituto procuratore titolare del fascicolo. Misura eseguita nelle scorse ore dai carabinieri del comando provinciale di Isernia agli ordini del colonnello Maresca.
Una vicenda terribile che fa immediatamente tornare alla mente quella capitata qualche anno fa a Venafro. Questa volta i protagonisti sarebbero una sola insegnante, un bambino ‘colpevole’ di vivere la gioia della sua tenera età con spensieratezza, e purtroppo anche alcuni incolpevoli compagni di scuola, chiamati a rendere la vita del piccolo un inferno istigati dalla stessa docente.
La vicenda, sotto il profilo giudiziario, è partita a metà febbraio scorso, a seguito della denuncia della mamma del piccolo. Circostanze, quelle raccontate dalla donna, definite ‘significative’ dagli inquirenti.
Il piccolo, secondo quanto la donna ha reso in sede di denuncia, da un paio di mesi mostrava segni di malessere. Quelli che all’inizio sembrano essere capricci ma che poi assumono ben altro valore: crisi di pianto, incubi notturni, una paura che lo faceva svegliare di soprassalto urlando e piangendo. E poi quella stranezza che è balzata subito agli occhi della mamma: l’isolamento nel quale il piccolo tendeva a rifugiarsi. Alle domande, poi, quella verità che nessun genitore vorrebbe ascoltare. Le violenze della maestra a scuola. Una circostanza che la donna ha poi potuto verificare casualmente di persona. Due giorni prima di sporgere denuncia, il 10 febbraio, la donna è a scuola e vede la maestra in questione rincorrere tra i banchi della classe il figlio. Una volta raggiunto – spiegano dalla Procura – «veniva afferrato, messo a testa in giù e percosso con uno schiaffo sul sedere. Dopo che il bambino riusciva a sottrarsi all’insegnante veniva nuovamente raggiunto da quest’ultima che agitava le mani verso il minore, come se lo stesse percuotendo, urlandogli che doveva andare via dalla classe».
Atteggiamenti che la mamma denuncia ai Carabinieri che attivato immediatamente la procedura prevista dalla legge, il Codice rosso, oggetto di una apposita direttiva operativa adottata dal procuratore Fucci all’entrata in vigore della legge.
Le immediate attività investigative delegate dal sostituto procuratore titolare del fascicolo d’indagine consentono di raccogliere ulteriori elementi di prova che permettono al magistrato di disporre le intercettazioni di conversazioni e comunicazioni tra presenti. In più le riprese video all’interno della classe, durate un mese. Dal 7 marzo al 6 aprile scorso.
Dalle attività investigative emerge quello che accadeva in quella classe, i gravi indizi di colpevolezza che pesano sull’insegnante: registrati ben 42 episodi nei quali avrebbe utilizzato espressioni ingiuriose verso il bambino (perché non te ne vai, ma quanto sei brutto…). Con un altro piccolo alunno, avrebbe definito il bimbo oggetto delle sue ‘attenzioni’ un animale. E, una volta, chiamata dal bimbo correttamente ‘maestra’, gli avrebbe risposto “non mi chiamo maestra…. perché non sono grassa come lei e come te”. Se non dovesse bastare, anche frasi del tipo “qua devi stare…. Qua solo perché sei un animale…tu non sei un bambino come gli altri sei un animaletto”.
E poi frasi intimidatorie del tipo “io ti spezzo le braccia”; “se ti permetti di correre però ti giuro ti vengo a prendere per i capelli e ti porto dal preside”; … ti prendo per il collo e ti appendo come i polli”. E anche ”io ti ammazzo”.
All’atmosfera di terrore che viveva il piccolo, l’insegnante ha aggiunto anche l’istigazione dei compagni di classe alla violenza. Episodio questo documentato a fine marzo: «dapprima istiga alcuni compagni di classe del piccolo ad aggredirlo e successivamente, dopo che si sono consumate tre aggressioni in suo danno, ne giustifica i responsabili attribuendo solo al malcapitato la responsabilità dell’accaduto» spiegano ancora dalla Procura.
Alla luce delle indagini che hanno permesso di acquisire elementi probatori circa la presunta responsabilità dell’indagata, è scaturita la richiesta, nei confronti dell’insegnante, accolta dal gip, della misura cautelare della sospensione dall’insegnamento per 4 mesi.
La Procura intende evidenziare a chiunque potrebbe essere coinvolto in situazioni simili la necessità di rivolgersi in tempi rapidi alle forze dell’ordine e alla Procura della Repubblica per l’attivazione di indagini, tempestive ed utili, per verificare i fatti, le eventuali responsabilità e così determinare l’interruzione di condotte illecite particolarmente pericolose nei confronti di persone indifese come i bambini.
Come il piccolo di soli 4 anni, la cui unica colpa è quella di essere colpevole ‘vivace’.

 

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