Tre strade, tutte da percorrere ma in velocità perché di tempo da perdere non ce ne è. Anzi, a dirla tutta, se ne è perso troppo in attesa di impegni assunti e poi rimasti tali. Parole.
Il sindaco Piero Castrataro, dopo le riunioni di maggioranza nel corso delle quali si è fatto il punto sulla situazione attuale, sugli scenari futuri del Veneziale e sul depauperamento progressivo delle professionalità e dell’offerta sanitaria, ieri mattina ha illustrato le prossime mosse.
Ovviamente, nella considerazione che il perimetro politico nel quale muoversi è davvero limitato per le competenze e anche per quello che è il confine dettato dal Piano di rientro. Ma non per questo si può restare a guardare. E, andando a ritroso fino ad un anno fa circa quando Castrataro è stato eletto sindaco, lo scenario è eloquente.
Intanto, primo passo, una riunione pubblica aperta a chiunque voglia partecipare e alla quale sono invitati i cittadini in primis, i professionisti della sanità, gli attori sociali, i parlamentari molisani (fra i quali spicca l’isernina Elisabetta Lancellotta che è anche consigliere comunale a Palazzo San Francesco), tutti impegnati nella stesura del Decreto Molise che dovrebbe, nelle intenzioni, salvare la sanità molisana. All’adunanza pubblica saranno invitati anche i consiglieri regionali, insomma potrà partecipare chiunque sia intenzionato a supportare le azioni possibili da mettere in campo per salvare la sanità, non solo quella erogata sul territorio di Isernia e della provincia ma dell’intera regione. Perché le sofferenze si registrano ovunque. Nei tre nosocomi molisani, nei presidi territoriali.
«Ho cercato, in questo anno, il dialogo – spiega il primo cittadino di Isernia ai microfoni di Teleregione -, sono stato costruttivo come tanti sindaci del territorio per tentare di portare a casa risultati minimi nella gestione della sanità ben sapendo che le risorse sono quelle che sono. Questo dialogo non ha funzionato e, lo devo registrare, questa azione è stata fallimentare. È il momento di cambiare passo, di coinvolgere tutti i cittadini, i medici, gli operatori sanitari e tutti gli attori sociali per poter salvare il territorio».
Martedì prossimo, alle 18, l’adunanza pubblica nel corso della quale il territorio, nelle sue varie espressioni, si confronterà sul progressivo e inarrestabile declino del Veneziale che è il nosocomio di riferimento dell’intera provincia, di un bacino che su carta – stando ai numeri che si leggono proprio nel programma operativo 2022-2024 – conta più di 80mila persone alle quali progressivamente si stanno sottraendo servizi.
«Poi – continua Castrataro – stileremo un calendario di iniziative di sensibilizzazione ma metteremo in campo anche proposte concrete, unite ad una protesta seria con l’obiettivo di arrivare ai risultati in tempi brevi. Non possiamo aspettare mesi, come è accaduto in questo ultimo anno, per poi scoprire che gli atti andavano in direzione contraria a quello che noi volevamo».
Nel ragionamento entrano de plano gli ultimi, in ordine di tempo, casi che hanno infiammato il dibattito: lo stop ai ricoveri in Psichiatria, legato alla solita e ormai cronica carenza di medici, e la paventata sostituzione del dottor Vigliardi con un docente universitario in forza del protocollo siglato con l’Università. Atto questo che ancora non è stato ufficializzato, non ve ne è traccia alcuna sull’albo pretorio dell’Azienda sanitaria regionale dove compare il protocollo stipulato con Asrem e la successiva presa d’atto da parte del direttore generale. Pur non essendoci atti formali, sono tanti i dettagli che circolano in merito a questa (al momento) presunta sostituzione come, ad esempio, sono note le generalità e la provenienza di chi dovrebbe prendere il posto del chirurgo. La notizia della paventata sostituzione, rilanciata dal direttore del Pronto soccorso Lucio Pastore, ha creato – ovviamente – polemiche, dissenso, dibattito e tanta solidarietà con il dottor Vigliardi ma, di contro, i beneinformati riferiscono che proprio il ruolo di facente funzioni del chirurgo sarebbe alla base dell’avvicendamento che dovrebbe essere temporaneo. Ad ogni modo, sulla vicenda non c’è ancora alcun atto concreto, come il presidente Toma nel corso dell’ultimo Consiglio regionale ha dichiarato ufficialmente.
Oggi il tema è altro, però. E lo chiarisce il sindaco. Che si dice d’accordo con l’idea di sottoscrivere un protocollo con l’Unimol ma solo se questo serva ad aggiungere competenze e professionalità, non a sostituire quelle che lavorano duramente da anni, facendo i conti ovviamente con la carenza di medici.
«Un atto che il commissario ha redatto senza tenere conto delle persone, di chi lavora negli ospedali, nel servizio sanitario, nella medicina territoriale. Bene la collaborazione con Unimol – aggiunge Castrataro – se si portano competenze in più ma se la collaborazione deve andare a inficiare o a deteriorare un rapporto già sfibrato tra i medici stessi, che si sono sacrificati per anni, è ovvio che non venga visto di buon occhio».
La seconda strada da percorrere è quella giudiziaria. Per gli atti già firmati, come lo stop ai ricoveri in Psichiatria e il protocollo con l’Unimol «per i quali chiederemo una revisione, quelli che dispiegano i propri effetti potranno essere portati all’attenzione dell’autorità giudiziaria se non garantiscono il diritto alla salute e se ledono i servizi sanitari da rendere ai cittadini – continua Castrataro -. Bisogna fare forti pressioni, coinvolgendo la popolazione perché questa battaglia è per salvare il territorio e non solo quello della provincia di Isernia».
Terzo step all’inaugurazione dell’anno accademico. Nessun gesto eclatante, solo la richiesta di poter incontrare il ministro Schillaci, che parteciperà alla cerimonia, per poter descrivere lo stato della sanità in provincia di Isernia. E probabilmente chiedere di fermare la macchina che ormai sembra essere stata messa in moto per il progressivo smantellamento del Veneziale.

ls

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.