Stava scontando la pena ai domiciliari, in una casa del capoluogo di provincia quando ieri mattina all’alba alla porta si sono presentati i carabinieri.
Non era un controllo di routine, tutt’altro: nel corso della maxi operazione antidroga che ha interessato l’area pontina, è finito anche il pusher domiciliato ad Isernia.
Diciassette complessivamente le misure cautelari a cui i carabinieri del comando provinciale di Latina hanno dato esecuzione a Isernia, Napoli, Vercelli, Melfi e nei territori di Santi Cosma e Damiano, Castelforte e Minturno. Proprio la stessa cittadina -Minturno – dove, solo qualche ora prima i carabinieri avevano fermato un 58enne di Isernia, al volante senza patente e ubriaco. E l’auto sulla quale viaggiava è risultata rubata proprio nel capoluogo di provincia. Non è noto se le due vicende siano collegate ma la casualità comunque balza agli occhi.
L’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Cassino, su richiesta della Procura, ha riguardato appunto 17 persone per quattro delle quali è stata disposta la detenzione in carcere e per due gli arresti domiciliari a cui si aggiungono tre divieti di dimora e otto obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria; le accuse rivolte agli indagati, in concorso tra di loro e a vario titolo, sono quelle di detenzione di sostanze stupefacenti finalizzato allo spaccio nonché di porto di armi comuni da sparo illegalmente detenute.
L’operazione – come riportano i quotidiani del Lazio – è stata condotta dai carabinieri del comando provinciale con l’ausilio anche di elicotteristi e di unità cinofile dell’Arma e dei locali Comandi competenti per territorio. Un massiccio dispiegamento di uomini e mezzi per un blitz che arriva a conclusione di un’indagine, denominata «Anargiri 2», avviata nell’ottobre del 2020 e durata fino al maggio dell’anno successivo.
L’ordinanza ricostruisce l’attività di spaccio di droga, tra cocaina, hashish e marijuana, effettuata da un gruppo criminale operante nel sud pontino, e più specificatamente nel territorio di Castelforte, Santi Cosma e Damiano e dei comuni limitrofi, cui facevano parte alcuni soggetti collegati al clan Mendico-Antinozzi (collegato alla più vasta organizzazione criminale del clan dei Casalesi).
La complessa attività investigativa è stata sviluppata dai carabinieri del Norm e ha consentito sia di svelare una fiorente attività di spaccio di droga che coinvolgeva i centri dell’area pontina ma anche la vicina Cassino, sia di individuare i canali di approvvigionamento, Napoli e Roma. Nel corso dell’indagine sono stati anche sequestrati oltre tre etti di cocaina, quasi 4 etti di hashish e altrettanti di marijuana. Arrestate in flagranza di reato dieci persone, mentre due sono state denunciate per traffico di sostanze stupefacenti e altrettante perché detenevano illegalmente armi comuni da sparo (una browning calibro 7.65, una Ruger caibro. 380 ACP ed un Revolver Taurus calibro 410).
L’indagine condotta nei sette mesi di lavoro dei militari dell’Arma ha permesso di appurare come lo stupefacente, una volta reperito dalla Campania o da Roma, venisse smistato ai vari spacciatori per la successiva vendita al dettaglio. Il gruppo utilizzava le staffette per trasportare la droga in maniera ‘sicura’. Particolare attenzione anche nelle conversazioni telefoniche, effettuate perlopiù attraverso la messagistica istantanea nel tentativo di eludere le intercettazioni.
Dalle indagini è emerso che lo spacciatore ai domiciliari non aveva fermato le proprie attività. Anzi, gestiva l’approvvigionamento e lo spaccio della droga mediante l’individuazione di pusher, poi pagati per la ‘prestazione lavorativa’. E per i collaboratori infedeli, o presunti tali, sospettati di aver sottratto gli stupefacenti che invece avrebbero dovuto consegnare scattavano anche le ritorsioni. Nel blitz è stato coinvolto anche un ex carabiniere, che ‘arrotondava’ lo stipendio con i ruoli di corriere o di pusher.

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