«No a nuovi migranti in paese». Non usa mezzi termini il sindaco di Monteroduni Custode Russo, che si è detto pronto alle barricate contro tale eventualità. Il centro della provincia di Isernia è uno stato uno dei primi, fin dal 2013, ad accogliere i richiedenti asilo. Al momento ne ospita mediamente una novantina presso i Cat. Un numero piuttosto elevato, considerando che il paese conta poco più di duemila abitanti. Non è una questione di razzismo. Anzi, i rifugiati nel corso degli anni si sono inseriti nel contesto sociale. E con la popolazione è stato raggiunto un buon equilibrio. Ma in questi giorni a creare preoccupazione, in sostanza, è la procedura in atto presso la Prefettura di Isernia, dove una commissione tecnica è al lavoro per valutare le domande presentate dai privati per l’apertura di nuovi centri di accoglienza temporanei in provincia di Isernia. Ciò, di fatto, potrebbe determinare l’arrivo di nuovi ospiti anche a Monteroduni.
E il sindaco non ci sta, per una questione di opportunità e per non compromettere l’armonia che, dopo anni, si è creato tra residenti e migranti.
Un equilibrio che va salvaguardato a tutti i costi e, anche per questo, dopo attente valutazioni, l’amministrazione comunale ha deciso di attivarsi per l’adesione alla rete Sprar. L’iter è a buon punto e, a breve, completate le procedure burocratiche, l’ente municipale potrà gestire direttamente il fenomeno migratorio.
«Da quattro anni ci occupiamo di accoglienza – ha ricordato il primo cittadino -. E la facciamo in maniera concreta, visto che dal 2013 a oggi il rapporto con la popolazione ha raggiunto un equilibrio eccellente. Ora siamo pronti per il passo successivo – ha aggiunto – quello di aderire alla rete Sprar, per mettere in campo, come ente, progetti di integrazione reale, necessari per inserire i rifugiati nel tessuto sociale».
Per questo, a detta del primo cittadino, è impensabile l’idea di dover ospitare altri richiedenti asilo nei Cat. «Sarebbe inaccettabile – ha sottolineato -. Lo penso io, ma anche la popolazione».
Il punto è che, anche se il Comune ha deciso di gestire direttamente l’accoglienza attraverso lo Sprar, al momento non può contare sulla cosiddetta ‘clausola di salvaguardia’, applicata pure nel recente bando pubblicato dalla Prefettura di Isernia e, che di fatto, ha escluso l’apertura di centri di accoglienza temporanei nei paesi i cui le amministrazioni comunali hanno aderito allo Sprar.
Per questo il sindaco Russo ha già incontrato il prefetto Fernando Guida, per spiegare le sue ragioni e quelle della comunità che rappresenta. Ora, in attesa di poter gestire l’accoglienza in maniera diretta, spera e invita la Prefettura «a non inviare ulteriori ospiti in paese – ha detto infine il primo cittadino – anche perché la popolazione non accetterebbe ulteriori arrivi».

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