In un momento estremamente difficile per la sanità e in particolare per l’ospedale di Isernia, alle prese con forti incertezze sul suo futuro, ha avuto un significato simbolico ancora più forte la ‘Giornata della Gentilezza’ che, ieri mattina è stata celebrata al ‘Veneziale’ di Isernia. Un sorriso non costa nulla, ma dà la forza a chi in questo momento vive un momento difficile.
L’iniziativa nata in Giappone che 1998 si festeggia in tutto il mondo ha visto protagonisti i volontari dell’Avo insieme agli studenti dell’Istituto ‘Cuoco-Manuppella’ guidati dalle professoresse Graziella Iannuzzi, Mariarosaria Calabritto , Eleonora Perrella e Linda Berardi con la collaborazione dei volontari Avo. Le allieve e gli allievi, entusiasti di contribuire a umanizzare l’ambiente ospedaliero, hanno lavorato molto per preparare pannelli da esporre sul tema della gentilezza e per realizzare dei doni che sono stati consegnati a utenti e pazienti.
L’intento è stato naturalmente quello di aprire una riflessione sui piccoli gesti che ognuno può compiere per farsi accettare e per accettare con più facilità gli altri.
In un mondo spesso caratterizzato da competizione, aggressività e individualismo, la gentilezza diventa uno strumento fondamentale per distinguersi dalla massa e per migliorare la vita quotidiana di chi riceve tale gesto ma anche di chi lo compie. «La gentilezza è come un ponte che mette in relazione le persone – hanno sottolineato dall’Avo -, perché ci fa uscire dai confini del nostro io, della nostra soggettività, creando invisibili alleanze, invisibili comunità di destino che allentano la morsa della solitudine e della disperazione, aprendo i cuori ad una diversa speranza e così ad una diversa forma di vita».
Molto emozionante l’incontro con i bambini del reparto di Pediatria e con alcune malate oncologiche alle quali i giovani studenti sono riusciti a strappare qualche sorriso.
«Per quanto piccolo – ha sottolineato una paziente del ‘Veneziale – nessun atto di gentilezza è sprecato. Si può essere gentili in tanti modi. A volte anche solo con una parola, un sorriso, una carezza». «Come ogni anno – ha spiegato Mariarosaria Calabritto, una delle insegnati che ha coordinato l’iniziativa – abbiamo rinnovato questo appuntamento fondamentale e formativo per i ragazzi del Cuoco-Manuppella. Ringrazio come sempre la nostra dirigente scolastica Maria Teresa Vitale, sempre molto attenta a questo tipo di iniziative. Ha sensibilizzato gli alunni rispetto a questo tipo di attività e insieme alle mie colleghe, abbiamo realizzato dei lavori. Tra questi dei biglietti che racchiudono una frase di uno scrittore-filosofo che abbiamo consegnato ai pazienti. Questa giornata – ha aggiunto – riveste un’importanza fondamentale.
La gentilezza deve essere visto come un gesto quotidiano, perché l’importante è porsi nei confronti dell’altro per un ascolto attento, in una società caratterizzata troppo spesso da violenza, scortesia.
Dobbiamo sensibilizzare la modalità relazionale della gentilezza che fa bene non solo di chi la riceve, ma anche a chi la dona. Il miglior dono che possiamo offrire è un sorriso e un gesto gentile».

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