Qualche mese fa la proclamazione dello stato di agitazione e, da ieri mattina, tutto il personale del Pronto Soccorso di Isernia ha deciso di indossare una fascia nera sul braccio in segno di ‘lutto’ e di protesta per lo stato in cui versa il reparto. Una situazione al collasso, effetto della carenza, ormai diventata cronica, di operatori e posti letto. Medici e infermieri costretti a turni massacranti pur di continuare a garantire ai pazienti un’assistenza adeguata. Anche quando, come è accaduto l’altro giorno, nella struttura si trovano 40 pazienti a cui prestare cure e attenzione. Senza parlare delle aggressioni da parte degli utenti, quando si vedono costretti a ore di attesa, prima di essere visitati.
Criticità enormi quelle con cui si trovano a fare i conti medici e infermieri, da tempo segnalata, ma le risposte – a quanto pare – tardano ad arrivare. E così chi ieri mattina è arrivato nel reparto di emergenza ha trovato affisso all’ingresso un manifesto. «Il personale sanitario del Pronto Soccorso – si legge nell’avviso – visto il perdurare delle problematiche che ne determinano lo stato di crisi, ha deciso di lavorare con una fascia nera al braccio, per esprimere il proprio disagio senza crearne altri per i cittadini».
«È una forma di protesta – ha spiegato il primario del Pronto Soccorso Lucio Pastore – che vuole mettere in risalto il disagio in cui siamo costretti ad operare senza interferire con i bisogni dell’utenza. Altre forme di protesta avrebbero potuto creare disagi ai pazienti ed è una cosa che vogliamo evitare. Però noi dobbiamo manifestare, perché il nostro agire ormai da anni e collegato a una carenza di posti letto e personale che, in alcuni momenti, diventa drammatica. Visto che tale situazione non si risolve, è necessario comunicare all’esterno, sperando che la popolazione ci comprenda e ci sostenga». La fascia nera al braccio rappresenta dunque un simbolo per esprimere il disagio. L’auspicio è che i nuovi vertici dell’azienda sanitaria regionale ascoltino il grido di dolore che proviene dal personale. «Se c’è una volontà politica di smantellare il sistema sanitario pubblico a beneficio di quello privato – ha spiegato Pastore – bisogna dirlo con onestà ai cittadini molisani». «Io spero – ha infatti sottolineato il primario del Pronto Soccorso – che ci siano delle risposte ai bisogni che noi esprimiamo ormai da anni. Qualche dubbio – ha aggiunto – lo suscita la gestione che, a livello nazionale, si fa del commissariamento. Si commissaria un’azienda perché ha dei problemi e, nel caso specifico, un deficit. Per dieci anni la figura del commissario è coincisa con quella del presidente della Regione, vale a dire gli stessi soggetti politici che avevano provocato il danno e che sono diventati espressione dello Stato per cercare di riparare ai danni da loro determinati. Poi sono arrivati dei commissari esterni, che non hanno apportato grossi cambiamenti, ma hanno evidenziato tutte le alterazioni contabili che le precedenti gestioni davano. Una ‘schizofrenia’ del sistema – ha concluso – che proprio non riusciamo a comprendere».
L’iniziativa del Pronto Soccorso ha da subito potuto contare sul sostegno del popolo del web. Tanti i commenti e le esperienze raccontante e condivise. «A Isernia- ha scritto una utente di Facebook – abbiamo una struttura ospedaliera meravigliosa e grande, ma senza posti! Le stanze stanno belle e confortevoli ma non ci sono più reparti, non c’è più nulla! Tante stanze vuote e tanti malati ricoverati al pronto soccorso! E si perché oramai il pronto soccorso è diventato il pluri-reparto dell’ospedale fantasma di Isernia! I medici, gli infermieri e i portantini si fanno veramente in quattro o forse in otto per garantirci assistenza e primi soccorsi tra urgenze e degenti! Un grosso plauso di cuore a tutti loro!!! Ma poi? A casa! L’ospedale non c’è più!».
Deborah Di Vincenzo

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