Una lunga fila di carri funebri attendono di entrare nel cimitero di Bergamo, la provincia più colpita dal coronavirus. È l’immagine plastica dell’emergenza covid-19 che in Lombardia e in particolare nella città governata da Gori rischia di far collassare la rete sanitaria. Ecco perché in queste ultime ore le istituzioni, a tutti i livelli, rinnovano l’appello a rimanere a casa. È una guerra quella che stiamo combattendo, ma molti ancora non l’hanno capito visto che tanti amministratori sono stati costretti a chiudere parchi, piste ciclabili e giardini pubblici inasprendo ulteriormente i divieti del Decreto del governo che comunque vieta gli assembramenti all’aperto. Numerose sono le denunce in questi ultimi giorni da parte delle forze dell’ordine che presidiano il territorio. Se ne contano anche nella provincia di Isernia, l’unica in cui ancora non si registra nemmeno un caso positivo di coronavirsu. Secondo l’ultimo aggiornamento della Questura di Isernia sono state controllate 250 persone e ne sono state denunciate 8 ai sensi dell’articolo 650 del codice penale (l’inosservanza dei provvedimenti dell’autorità). In particolare è stato denunciato il titolare di una concessionaria di auto della provincia che aveva continuato a tenere aperta l’attività, un suo dipendente e un cliente. Numerose in questi giorni anche le chiamate al 113 di cittadini che richiedono informazioni sulle misure in atto e sui comportamenti da adottare per diminuire le occasioni di contagio. Anche dalla questura di Isernia rinnovano l’invito a tutta la cittadinanza di rimanere a casa e di uscire solo per motivi di salute, di lavoro o per necessità impellenti come per esempio la spesa. Le dichiarazioni contenute nell’autocertificazione verranno controllate mediante verifiche e riscontri incrociati e, nel caso di violazione, sanzionate penalmente.

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