Consiglio comunale, passa il bilancio seppure in mezzo ad acque parecchio agitate. Si allontana il rischio commissariamento per Palazzo San Francesco posto che era questo il nodo da sciogliere per l’amministrazione d’Apollonio. Ma la sorpresa era dietro l’angolo e quella che doveva essere la pace in tempo di emergenza sembra essere stata archiviata. Era stato il già presidente Michele Iorio, in una intervista rilasciata a Primo Piano Molise, a placare gli animi. Non è il tempo per pensare al voto per il rinnovo del Consiglio comunale, aveva detto Iorio, il sindaco deve portare a termine le opere pubbliche avviate e da completare e poi, la sintesi del ragionamento, con l’emergenza sanitaria in atto, il tempo per pensare al voto arriverà al tempo debito. Invece, il bilancio – convocato di martedì 17, in barba ad ogni scaramanzia – è passato grazie ai voti dell’azzurra Mena Calenda e della ormai ex Popolari Tiziana Pizzi (passata al gruppo Misto). Entrambe in minoranza. Voto contrario invece quello espresso dai tre esponenti della Lega Stefano Testa, Gianluca Di Pasquale e Irma Barbato. Incassa 18 sì il sindaco e sono 15 i voti contrari. Riposizionamenti che non sono stati affatto digeriti dalla consigliera regionale Aida Romagnuolo, eletta a suon di preferenza con la Lega (come la collega Calenda, del resto), che punta il dito contro il coordinatore Jari Colla e l’assessore regionale Michele Marone, leghista dell’ultima ora. E che chiede alla sua maggioranza consiliare a Palazzo D’Aimmo di prendere una posizione chiara su questi atteggiamenti ondivaghi della Lega, minoranza a Isernia e maggioranza in Regione. Ergo, quella che doveva essere la crisi per il sindaco d’Apollonio, rischia di diventare un bel grattacapo per Toma, tra l’altro a poche ore dalla seduta consiliare con la quale si procederà all’elezione del nuovo presidente del Consiglio regionale (e Aida si è candidata per il ruolo), dell’ufficio di presidenza e dei vertici delle quattro commissioni consiliari di cui la prima guidata dal Popolare Andrea Di Lucente, la seconda da Michele Iorio – anima critica della maggioranza Toma ma che su Isernia ha sempre il suo appeal politico , e la quarta da Mena Calenda, che ha votato il bilancio comunale seppur all’opposizione di d’Apollonio. Consiglio regionale e Comune di Isernia quindi non sono troppo distanti, a ben guardare. E i fatti dell’uno potrebbero aver ripercussioni (politiche) sull’altro. Non ci va per il sottile Aida Romagnuolo. «Di una gravità inaudita il voto contrario dei tre leghisti, gesto tipico delle armate Brancaleone: veri irresponsabili che miravano a creare danni irreversibili ai cittadini già tanto provati – attacca senza fronzoli la consigliera -. E se questi irresponsabili, perché tali sono in questo gravissimo momento visto che a Isernia il Covid galoppa, hanno agito e votato contro il bilancio, questo vuol dire che hanno trovato il consenso e l’appoggio del loro pretoriano Jari Colla che, in più occasioni non ha lesinato di lanciare furiose minacce nei confronti del presidente Toma e della maggioranza alla Regione Molise». Insomma, una pace armata quella che si prospetta a Palazzo San Francesco, nel cuore di una città pesantemente colpita dell’emergenza Covid, che sta facendo i conti con una situazione che imporrebbe quantomeno un momento di stop alle schermaglie politiche, soprattutto quelle pericolose che potrebbero portare ad un vuoto di potere, ad un commissariamento. «Un gesto volgarissimo – incalza la Romagnuolo -, che non trova giustificazione e che dimostra qual è il vero intento di chi vuole occupare le poltrone a tutti i costi e con il minimo sforzo, così come fa Marone». Allarga il campo, poi, la capogruppo della Lega a Palazzo D’Aimmo, chiedendo a quella parte della maggioranza che nei fatti non ha digerito la nomina dell’esterno Michele Marone – in luogo dei consiglieri eletti con il partito di Salvini – di prendere posizione su quanto accaduto a Palazzo San Francesco. «Questa gravissima ed esplosiva miscela procurata volutamente dalla Lega cela solo il desiderio di occupare poltrone in un momento in cui i molisani sono messi a dura prova dall’emergenza sanitaria, dai contagi e dai tantissimi morti che si contano quotidianamente». Un gesto quello dei tre leghisti isernini che, «se non troverà nell’immediato una soluzione, metterà sempre in forse la tenuta della maggioranza del governo regionale, considerato che è ingiustificato che la Lega sia minoranza a Isernia e maggioranza senza consiglieri alla Regione. Dopo quanto accaduto a Isernia – conclude la Romagnuolo – sono del parere che Marone debba andare, senza se e senza ma, immediatamente a casa». Nel frattempo, però Marone (sempre di martedì 17) ha protocollato le dimissioni da presidente del Consiglio comunale di Termoli scegliendo di dedicarsi completamente al ruolo di assessore regionale. Ma Aida ne ha in serbo anche per Toma: «il presidente, per la gravità del segnale politico, deve trarne immediatamente le conseguenze». Domani, con l’elezione del prossimo vertice di Palazzo D’Aimmo e con il rinnovo dei presidenti delle Commissioni consiliari, tutto sarà più chiaro.
red. pol.

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