Nuova puntata della guerra politica che si sta consumando a Palazzo San Francesco, a pochi mesi dalla conclusione della consiliatura. La battaglia è andata in scena nel corso dell’ultimo consiglio comunale, quello convocato su richiesta di quindici esponenti delle minoranze per mettere all’angolo il sindaco d’Apollonio posto che gli argomenti all’ordine del giorno rappresentano di certo questioni spinose per il primo cittadino, la sua Giunta e la maggioranza. Il colpo di scena era dietro l’angolo e lo scherzetto stavolta lo hanno giocato le astensioni. Nella precedente assise, quella sul bilancio consuntivo, la maggioranza era uscita indenne dalla battaglia per il rotto della cuffia, grazie alle responsabili Calenda e Onorato che, invece, l’altro ieri sera hanno giocato tutt’altra partita. Maggioranza sconfitta di misura sui debiti fuori bilancio per 11mila euro. Questa volta l’attuale vicepresidente del Consiglio regionale, Mena Calenda (eletta il giorno dopo il consiglio sul bilancio consuntivo, ndr) si è astenuta mentre Onorato, Antenucci e Melaragno sono risultati assenti. Debiti fuori bilancio che sono in effetti spese legali, come ha ribadito il consigliere Rita Formichelli. La stessa che aveva posto proprio questo tema all’attenzione dell’aula nel corso della precedente assise, incalzando sindaco e assessore competente circa la necessità di conoscere se vi fossero altre somme da corrispondere che, poi, si sarebbero trasformate in debiti fuori bilancio. E la risposta che aveva atteso inutilmente nel corso di quella seduta è arrivata l’altro ieri, con gli 11mila euro che non hanno nemmeno avuto il via libera dell’Aula. Quindici voti a favore del no, 14 sì. Il sindaco d’Apollonio ha provato la strada della mediazione. Notifiche pervenute negli ultimi giorni, non ne avevo contezza allora – il senso delle sue dichiarazioni all’Aula – motivo per il quale le risorse non sono state preventivamente impegnate e quindi sono diventate debiti fuori bilancio. Una bocciatura, quella avvenuta in Aula, che politicamente sembra riferibile ad alcuni pezzi forti della maggioranza Toma. E il governatore, nel corso della conferenza stampa di fine anno, non si è sottratto alla questione squisitamente politica posta dal direttore di Primo Piano Molise. «Non entro nelle situazioni dei Comuni, non è mia abitudine: se avessi questo potere, avrei altre aspirazioni – ha specificato Toma alla precisa domanda sulla questione Isernia, posto che si andrà al voto entro qualche mese -, intervengo solo, come mediatore, se qualche assessore compie azioni politicamente scorrette. I debiti fuori bilancio? In genere il Consiglio deve approvarli, altrimenti arriva il commissario ad acta. Perché farsi commissariare se c’è l’istruttoria corretta? Sul mancato voto, dovrebbe chiedere a loro (Di Baggio e Calenda, ndr): non posso però tarpare le ali ai consiglieri e agli assessori perché hanno un’idea politica precisa». Sulla richiesta di recedere dal contratto con la Aj Mobilità, che si occupa degli stalli a pagamento, un altro scossone a Palazzo San Francesco: non ci sarebbe ancora un contratto con la società che gestisce le soste blu. E l’amministrazione avrebbe affidato ad un team di legali l’incarico per rivedere di un servizio che ha creato non poche frizioni politiche e dissensi.

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