Pesca nella tempesta, anche se agli ormeggi e allora si sollecitano le istituzioni, magari guardando a quello che viene fatto altrove. La giunta regionale della Puglia, ad esempio, ha approvato lo stanziamento di 3 milioni di euro per sostenere le imprese di pesca colpite dalla grave crisi economica derivante anche dagli elevati aumenti del gasolio. Ne danno notizia il vicepresidente della Regione Puglia e assessore al bilancio, Raffaele Piemontese, e l’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, che, nel corso dell’incontro con una delegazione delle marinerie pugliesi, avevano già anticipato le delibera approvata poi in una Giunta straordinaria. In Molise, duplice missiva da parte dell’associazione Armatori Pesca del Molise e da Federpesca. Il coordinatore regionale di Federpesca, Basso Cannarsa, ha sottolineato gli aiuti che la Regione Molise, attraverso l’Arsarp, ha elargito alle imprese di pesca molisane per far fronte ai debiti di impresa contratti a seguito della forte crisi sanitaria mondiale scaturita dalla pandemia da Covid. «Non è nell’indole del pescatore chiedere sostegno per la propria attività, anzi è abituato a navigare anche in tempesta, adattandosi alle diverse situazioni avverse ma certo nulla può dinanzi ai cataclismi che giungono inaspettati. E, dopo il covid, un ennesimo cataclisma si è abbattuto su tutti i cittadini e soprattutto sulle imprese produttive che dell’energia fanno materia prima essenziale. La guerra in Ucraina che sta coinvolgendo tutto il mondo, come Lei ben sa, sta portando ad un aumento smisurato ed incontrollato dei costi di approvvigionamento energetico e, soprattutto del gasolio in modo da rendere improponibile svolgere l’attività di pesca. Nel giro di un anno il costo è triplicato ed oggi un peschereccio di medie dimensioni che fa pesca a traino è impossibilitato ad andare per mare perché è impensabile fare reddito. Sono in atto tutte le azioni possibili per cercare di attenuare il problema, dall’azione “diplomatica” svolta dalle associazioni di categoria che in maniera unitaria dialogano con il Ministero, all’azione di protesta svolta direttamente dai pescatori attraverso manifestazioni locali e a Roma. Ma ciò che occorre è un aiuto immediate per il sostentamento delle imprese molisane che per la tersa settimana consecutiva restano ormeggiate in porto senza possibilità di sostentamento né per loro né per le famiglie dei propri marinai. Pertanto in conclusione chiediamo la convocazione della “Consulta Regionale della Pesca”, affinché le associazioni di categoria possano discutere con Lei delle situazioni contingenti e straordinarie che riducono drasticamente la redditività delle imprese di pesca e delle possibili azioni da poter intraprendere a loro sostegno. La nostra proposta è di attuare come strumento di aiuto il medesimo usato per l’aiuto Covid, che ha visto la Regione Molise, per il tramite dell’Arsarp Molise elargire una dotazione finanziaria di circa un milione di euro in proporzione tra le imprese». Paola Marinucci, per “Armatori pesca del Molise2 ha ribadito l’esigenza di mettere attorno a un tavolo l’intera filiera ittica, ma soprattutto chiedendo al Governatore Toma, sotto forma di 2preghiera”, profonda esortazione, insomma, di attivarsi presso il Mipaaf e di stanziare fondi a sostegno della marineria, attraverso un fondo di solidarietà regionale, anche di nuova costituzione. «La mancanza di redditività delle imprese a causa del caro-gasolio non permette di garantire una corretta remunerazione sia dell’oneroso investimento effettuato dall’armatore, sia del faticoso lavoro svolto a mare dai marittimi imbarcati e spesso anche dall’armatore stesso che svolge anche la funzione di pescatore. Ciò ha portato ad uno stato di agitazione della marineria e delle imprese di pesca che, iniziato dal mese di marzo, ancora perdura e sta arrecando danni importantissimi alle imprese interessate e a tutta la filiera, ai marittimi imbarcati e a tutte le loro famiglie. Oltre al danno economico si sta evolvendo uno stato di disagio sociale e di agitazione all’interno della marineria che potrebbe portare a situazioni estreme con risultati ancor più deleteri e nocivi per loro stessi e per la collettività. Oramai sono tre settimane che sono fermi e senza entrate di alcun tipo né gli armatori né i marinai. Ben vengano gli aiuti in corso di determinazione presso il Mipaaf, ma continuano purtroppo ad essere solo aiuti, che non risolvono il problema vero. Un’azienda di qualsiasi tipo, e ancor di più un’impresa di pesca, affinché possa programmare investimenti anche a medio termine ha bisogno di una sorta di stabilità almeno nei costi proprio perché già i ricavi non sono fissi in quanto la risorsa ittica si muove ed è soggetta a cattura e ad altri tipi di fattori variabili ed indeterminabili quali ad esempio le condizioni meteomarine, gli spostamenti naturali degli stock, le correnti, le maree, ecc. Non c’è alcun tipo di produzione specifica da valutare e sui cui basare dei previsionali».

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