Dopo i 5 casi sin qui rilevati dall’Asrem, due a Campobasso e tre a Termoli, controlli disposti sulla rete idrica ambientale dell’ospedale San Timoteo hanno evidenziato, attraverso l’esito dei prelievi effettuati dall’Arpa Molise, la presenza di batteri di legionellosi, e questo ha scatenato il putiferio sulla costa. Abbiamo sondato anche l’umore degli operatori sanitari e del personale medico, chiaramente trapela preoccupazione, assieme anche al disagio d’ordine quotidiano per le prescrizioni impartite con la nota di Petrocelli e condivise chiaramente dai vertici Asrem. Appena venuto a conoscenza dei risultati delle analisi, il direttore del presidio ospedaliero Reimondo Petrocelli ha diffuso la notizia ai canali interni: «A seguito della comunicazione Arpa Molise, pervenuta in data odierna, riguardante la positività per Legionellosi dei prelievi effettuati sulla rete idrica del presidio ospedaliero di Termoli, si richiede con urgenza, nelle more dell’acquisizione dei dati del caso in oggetto, il tempestivo inizio dei trattamenti per la prevenzione e controllo come previsto dalle linee guida dell’Istituto superiore di sanità, anno 2015. Ai direttore delle unità operative e ai coordinatore infermieristici delle unità operative, si raccomanda di evitare l’uso dell’acqua potabile allo stretto necessario ed evitare docce, nebulizzazioni etc.». Nota inviata nella giornata di lunedì scorso al responsabile dell’ufficio tecnico Fabio Mancini, al responsabile Siram Gilberto Ascenzo, ai direttori delle unità operative e ai coordinatori infermieristiche delle stesse. Abbiamo sentito ieri pomeriggio per le vie brevi anche il direttore generale dell’Asrem, Oreste Florenzano, che ha tenuto a precisare come i controlli siano stati eseguiti proprio sulla scorta dei cinque casi precedentemente rilevati, peraltro si tratta di persone che non hanno problemi particolari. Così come lo stesso Florenzano ha dato ordine di una sanificazione capillare e massiccia, ipotizzando che l’infestazione sia presente negli erogatori poco utilizzati. Come riporta l’Istituto superiore di sanità, «La malattia del Legionario, più comunemente definita legionellosi, è un’infezione polmonare causata dal batterio Legionella pneumophila. La legionellosi è causata nel 90% dei casi dal batterio Legionella, del quale sono state identificate più di 60 specie diverse suddivise in 71 sierotipi. Le legionelle sono presenti negli ambienti acquatici naturali e artificiali: acque sorgive, comprese quelle termali, fiumi, laghi, fanghi, ecc. Da questi ambienti raggiungono quelli artificiali, come condotte cittadine e impianti idrici degli edifici, quali serbatoi, tubature, fontane e piscine, che possono agire come amplificatori e disseminatori del microrganismo, creando una potenziale situazione di rischio per la salute umana. La legionellosi viene normalmente acquisita per via respiratoria mediante inalazione, aspirazione o micro-aspirazione di aerosol contenente Legionella, oppure di particelle derivate per essiccamento. Le goccioline si possono formare sia spruzzando l’acqua che facendo gorgogliare aria in essa, o per impatto su superfici solide. La pericolosità di queste particelle di acqua è inversamente proporzionale alla loro dimensione. Gocce di diametro inferiore a 5µ arrivano più facilmente alle basse vie respiratorie».

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