Nel giorno in cui il Governatore Donato Toma rivela di voler presentare la deroga sul Punto nascita arriva la discussione del Pos 2022.2024 in Consiglio comunale, su iniziativa della maggioranza di centrodestra, che contestando merito e forma, soprattutto la mancata concertazione, ne ha chiesto il ritiro. Un’assise qualificata dalla possibilità di interventi esterni, civici e politici, e questi davvero non sono mancati. Chi non è venuto, come nella occasione precedente, è stato il commissario-presidente Donato Toma. Dal presidente del Consiglio Annibale Ciarniello, con inizio alle 18.30, via ai lavori, seguiti finalmente da un uditorio significativo e come dicevamo composto anche da consiglieri regionali, vedi Valerio Fontana, Patrizia Manzo, Vittorino Facciolla e Andrea Greco, questi ultimi intervenuti, come vedremo. C’era il sindaco di Petacciato Roberto Di Pardo, con l’assessore Nicola Del Re, c’era il senatore Costanzo Della Porta. Con la Giunta rappresentata solo in parte, (mancava l’assessore Michele Barile e Rita Colaci è stata a singhiozzo presente in aula, mentre Michela Antignani era in collegamento), davanti al sindaco Francesco Roberti, le danze sono state aperte dal presidente del comitato San Timoteo, Nicola Felice, che ha mostrato tutto lo scetticismo per una rapida approvazione del Pos, che servirebbe solo ad alimentare contenziosi legali amministrativi, come avvenuto in passato. Felice ribadisce l’urgenza del “Decreto Molise”, «Se non ora quando», sulla scorta di quanto fatto col “Decreto Calabria”. Subito dopo la parola è stata assunta da Pino D’Erminio, per la Rete della Sinistra (rappresentata anche sugli stessi banchi, con Marcella Stumpo). Ha sciorinato tutti i numeri della sanità molisana, ma ha anche affermato che non va fatta confusione tra debito e deficit, così come non è la cancellazione della mole debitoria la risoluzione dei problemi. Il primo intervento di natura politica è stato quello di Vittorino Facciolla, scevro da considerazioni politiche, come avvenuto a Palazzo D’Aimmo lunedì 7 novembre, soffermandosi sul Pos. «Occorre provare a ribaltare il paradigma, provare a scrivere i Lea, i Lep, considerando le specifiche sulle aree svantaggiate. Non ci convince la gestione dell’emergenza, perché in caso di urgenze particolari dovremmo ricorrere a strutture lontane dal territorio, come Napoli per la provincia di Isernia e abbiamo un 118 con organici dimezzati rispetto alle necessità e carenze tecnologiche». Facciolla fa riferimento a Neuromed e Cattolica e poi, «Attenti a creare un unico ospedale e non un ospedale unico, strutturato su hub e spoke». Poi, denuncia il rischio della mobilità passiva, che sfonderà i 100 milioni di euro, invocando scelte dettate da modernità, prospettiva, lungimiranza. Di seguito, il discorso è stato appannaggio di Andrea Greco, che riporta la barra sulle scelta politica. «Agire sul piano di rientro per salvare il Molise, vale la logica dei numeri. Dobbiamo uscire per via politica dal commissariamento, ma attenzione, da noi non è vero che non arrivano fondi, non sono gestiti e spesi bene. Solo la Liguria, in proporzione, ne riceve di più. Al tavolo tecnico non ci sono dei cattivoni, che lo vogliono fucilare il Molise, ma guardano ai Lea, le soluzioni vanno cercate qui». A chiudere la sessione esterna è stato il senator Costanzo Della Porta, che ha davvero parlato con chiarezza rispetto a quello che vorranno fare come delegazione parlamentare, proprio nell’esempio del Decreto Calabria, poiché in Molise mancano i medici, non le strutture. «La normativa aiuta se usciamo dal commissariamento, lo specializzando va bene, se viene accompagnato, garantisce la vita del reparto». Ancora più netto sull’extra-budget: «La vita umana è più importante. Ho parlato con Ministro e Sottosegretario, sono concordi nel giudicare l’eccessiva durata del commissariamento. Lavoreremo per via legislativa, con un Decreto Molise o similare». Poi, aggiunge che come sindaco, condivide la critica sull’assenza di concertazione nella redazione del Pos.

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