Il campo largo (senza Terzo polo) prende corpo a Termoli in un pomeriggio tardo autunnale, con una bufera che cessa proprio prima dell’incontro che sul litorale vede ospite speciale l’esponente nazionale Stefano Fassina. Sgombra subito anche i dubbi su un possibile ruolo da candidato Governatore del Lazio, ma si dice pronto a dare il massimo per far tornare viva quell’alleanza che sostenne il Conte bis, giudicando “patologica” la proposta Moratti in Lombardia. Insomma, non la manda a dire, ma con eleganza e garbo, togliendosi la maglia e rivolgendosi ai presenti, tutto il Molise che conta dalla parte di centrosinistra e M5S, in maniche di camicia, come per lanciare il chiaro messaggio: rimbocchiamocele tutti assieme. E’ questo il seme gettato dalla coalizione civica Molise Domani. La miccia di un dibattito è stata la presentazione del libro “Il mestiere della sinistra”, che l’economista ha dato alle stampe guardando alle politiche nel 2023, salvo poi la tempesta di luglio che ha portato alla caduta di Draghi. «Il mestiere distintivo della sinistra nello scenario di ritorno della politica è ridare valore morale, economico e sociale al lavoro attraverso la ricostruzione della sua rappresentanza e soggettività politica. E’ un sfida culturale. Prima che politica. Per navigare le contraddizioni sotto i nostri occhi: la conversione ecologica, la mutazione degli equilibri geopolitici. Lo smarrimento identitario, l’emergenza educativa, l’inverno demografico, la transizione digitale». Sono i temi che a caratteri cubitali l’ex vice ministro al Mef del Governo Letta, Stefano Fassina, ora voce critica a sinistra, anzi da un po’, ha rilanciato ieri sera a Termoli, in una sala dell’hotel Santa Lucia dove a Piè di Castello sono accorse decine e decine di personaggi politici regionali e locali, sfidando il maltempo, perché il campo progressista non può più perdere tempo, dopo la scoppola rimediata lo scorso 25 settembre alle elezioni che hanno confezionato il Governo Meloni, ma anche per dare un nuovo profilo laburista a una coalizione smarrente nella sua identità. Se c’è un posto dove il centrosinistra e il M5S possono realizzare un laboratorio di immediata ricomposizione del campo largo è proprio il Molise, vuoi per i rapporti intessuti negli anni di opposizione alla Giunta Toma, sia per l’esperienza del Conte bis, che molti rimpiangono ora. Non è un caso che del rassemblement che dette vita al Governo giallorosso dell’agosto 2019 mancavano ieri sera proprio gli esponenti del Terzo polo, coloro che hanno ammarato Conte per insediare Draghi, ma dalle parole emerse ieri, la scelta non è apparsa davvero convincente fino in fondo. L’ha detto anche Antonio Federico, coordinatore regionale dei grillini, chiamato assieme a Famiano Crucianelli, frontman della coalizione civica Molise Domani, a fare da relatori assieme all’onorevole Fassina. In platea, sparsa un po’ in tutti gli angoli della sala, tutti i consiglieri regionali di Movimento 5 Stelle e Pd, sindacalisti Cgil e Uil (anche la leader Tecla Boccardo), il sindaco di Campobasso Gravina e naturalmente gli esponenti della “civica”, dagli ex parlamentari Giovanni Di Stasi e Peppe Astore, agli attivisti del movimento che ieri ha parlato di discontinuità, come primo onere in Molise, ma è riuscito a ridisegnare lo schieramento progressista. Immaginiamo come siano stato prove di dialogo generali, anche perché in Molise si vota come in Lazio e Lombardia, ma con un perimetro riformista meno sdrucito che altrove e forse la consapevolezza di dover mettere in campo tutte le energie spendibili per avversare l’ondata sovranista è la base per raggiungere sintesi che mesi fa apparivano irraggiungibili. Lo stesso Crucianelli, introdotto dalla moderatrice Tina De Michele, ha evidenziato il cambio di pelle dei pentastellati, con l’arrivo di Conte alla testa del MoVimento, facendo partire la sua critica all’operato ultimo dem. Tutti assieme appassionatamente, dunque, per una sera o per la stagione che porterà al voto per il rinnovo di Palazzo D’Aimmo? Molto passerà, ne siamo certi, nell’equazione tra Roma e territori, ma con la sensazione chiara che in Molise l’afflato è più naturale. L’umore captato ieri era palpabile, abbiamo visto assieme anche frange che si sono osteggiate fino alle ultime politiche, d’altro canto la destra si batte solo attraverso l’Unione… d’intenti (ricordate il 2006?). ’ questo che devono riscoprire, “Il mestiere della sinistra”.
Emanuele Bracone

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.