Tragedia della solitudine, della disperazione, della povertà. C’è dignità nella morte? Un povero clochard, che trovava riparo nel chiosco abbandonato di Pozzo Dolce, zona centrale di Termoli che grida vendetta per come è ridotta, è rimasto vittima di un rogo probabilmente scaturito dal tentativo di ripararsi dal freddo della notte di fine novembre accendendo un fuoco. Già nell’estate scorsa un incendio aveva chiamato a intervenire i Vigili del fuoco, ma non c’erano state conseguenze. Ieri sera, intorno alle 18, invece, si è consumato un vero e proprio dramma. Non è ammissibile che accadano ancora queste vicende, oltretutto sul territorio sono attivi più progetti di accoglienza. Un fuoco scappato di mano, quello che ha alimentato un rogo visibile da lontano, nell’area che cinge la zona di piazza Sant’Antonio al lungomare Nord. Chi bene conosce le abitudini dei senza fissa dimora subito ha tremato per cosa sarebbe potuto accade e purtroppo, all’arrivo di Polizia e Vigili del fuoco, il quadro è stato macabro, dopo aver spento le fiamme, giaceva a terra il corpo semi carbonizzato dell’uomo. Sul posto si è recata anche la Procuratrice di Larino, Elvira Antonelli. La salma del clochard è stata ricomposta poi all’obitorio dell’ospedale San Timoteo, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Una morte assurda, quella che ha spezzato le speranze di trovare un domani migliore di una persona piagata dalle vicissitudini quotidiane.

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