Il diritto di cronaca inizia quando avviene qualcosa che si ritiene giornalisticamente rilevante, ma finisce o si attenua nel momento in cui collide con le sofferenze e i sentimenti di chi nelle vicende è implicato. Un preambolo eticamente corretto che riteniamo d’obbligo, poiché ospitiamo il pensiero e la tristezza dei familiari del 41enne deceduto da quasi una settimana all’ospedale San Timoteo di Termoli, decesso su cui stanno indagando i Carabinieri di Campomarino e la Procura della Repubblica di Larino, col fascicolo in mano alla dottoressa Marianna Meo. I familiari vogliono far sapere che il ragazzo non era un tossicodipendente e che secondo loro c’è stato qualcosa che non ha funzionato nel trattamento sanitario ricevuto all’ospedale San Timoteo. Per questo, auspicano che la disposizione di compiere l’autopsia possa scongiurare una volta del tutto e smentire coi fatti l’ipotesi e la diagnosi di overdose per cui era stata schedato l’ingresso al Pronto soccorso dell’ospedale termolese giovedì scorso, restituendo all’immagine del 41enne quel decoro che sarebbe stato scalfito da quanto avvenuto in questi lunghissimi sette giorni, a cavallo della fine dell’anno e dell’inizio di 2018.
Intanto, ancora non viene fissata la data esatta dell’autopsia, si attende la formalizzazione dell’incarico, col giuramento dei medici legali che la eseguiranno. Con ogni probabilità, sarà eseguita entro venerdì 5 gennaio per così poi dissequestrare la salma e permettere la celebrazione dei funerali entro il fine settimana.

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