Aveva organizzato una casa chiusa… si fa per dire, in pieno centro, persino munita di protocollo anti-Covid, con termoscanner e igienizzanti per i clienti delle “signorine”. Per questi motivi una donna di nazionalità cinese è finita agli arresti domiciliari con l’accusa, tutt’altro che lieve, di sfruttamento della prostituzione. A seguito di indagini svolte dai finanzieri della compagnia della Guardia di finanza di Termoli e coordinate dalla Procura di Larino, è stata eseguita una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di una donna di etnia cinese, che gestiva, all’interno di un appartamento affittato in pieno centro città, una casa di appuntamenti, nella quale si prostituivano ragazze cinesi. Le indagini hanno preso l’avvio a seguito della scoperta di annunci su internet in cui veniva pubblicizzato un sito di incontri, con i numeri di telefono da contattare. Nel corso di alcuni appostamenti, i finanzieri hanno osservato che il locale, aperto fino a tarda notte, era frequentato solo da uomini. Scattata la denuncia nei confronti della titolare, per il reato di sfruttamento della prostituzione, nonché a seguito delle conferme investigative del caso. Aspetto particolare, nella casa sono stati trovati termoscanner e igienizzanti per il rispetto delle normative anti-Covid. L’autorità giudiziaria frentana emetteva ordinanza di custodia cautelare. Il contrasto alle illecite attività ed i conseguenti risvolti economici e finanziari, anche attraverso il sequestro dei relativi proventi maturati in capo a chi pone in essere comportamenti illegali, si conferma obiettivo della mission istituzionale della Guardia di finanza, in stretto coordinamento con la competente autorità giudiziaria procedente.

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